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30 giugno 2023

«Close», di Lukas Dhont

Roma, Arena Nuovo Sacher
29 giugno 2023

IL REGISTA AI PIÙ GIOVANI: «NON LASCIATEVI INFLUENZARE DAGLI INVIDIOSI»

Il film di Lukas Dhont, prima ancora di essere film, è una lettera straziante a tutti gli adolescenti del mondo, i quali, oggi più di ieri, distratti (come abbiamo voluto) dalla loro crescita naturale e graduale, rischiano di perdere facilmente quei pochi ancoraggi che sono riusciti a individuare durante i primi anni di vita: primo fra tutti l’amicizia. Un valore che, una volta acquisito, resterà ben saldo per l’intera esistenza. Un forte legame d’amicizia costruito in tenera età diventa un’iniezione di fiducia, di coraggio, di sicurezza per ognuno, il terreno più fertile per seminare grani di felicità che un giorno forse germoglieranno. L’amicizia è un sentimento che spesso sfiora l’amore, e a volte con esso si confonde.

27 giugno 2023

«Emily», di Frances O’Connor

Roma, Cinema Tibur
26 giugno 2023

LA TEMPESTA SENTIMENTALE SULLE PIOVOSE CIME DELLA BRONTË

Al suo debutto dietro la macchina da presa, l’australiana Frances O’ Connor, finora soltanto apprezzata come attrice, sfodera il talento di un veterano, non solo per l’accurata regia, ma anche per la fluidità della sceneggiatura, tra le più intense di questo periodo. Emily ripercorre gli anni giovanili dell’autrice di Cime tempestose, morta appena trentenne, poco dopo aver dato alle stampe il suo romanzo. Il film ha il pregio di rimanere autonomo dalle vicende del racconto scritto, tranne che nell’ambientazione e nelle improvvise «tempeste» sentimentali: sono questi i due binari paralleli su cui scorre agevole la storia della giovane Emily Jane, interpretata dalla intrigante e affascinante Emma Mackey, qui capace di essere al contempo sfrontata e altera ma anche gioiosa e trepidante. Anzi, il libro resta il punto di riferimento, un traguardo da raggiungere per la O’Connor, la quale con le immagini cerca di costruire le fondamenta logiche, sentimentali e psicologiche più opportune e convincenti che andranno a sostenere il fulcro dell’opera letteraria.

26 giugno 2023

«Fanti e santi», Germano Mazzocchetti ensemble

Roma, Giardini della Filarmonica
24 giugno 2023

LE NOTE UMORISTICHE DELLA FISARMONICA DI MAZZOCCHETTI

Al termine del concerto il pubblico entusiasta lasciava l’arena dei Giardini della Filarmonica fischiettando il motivetto del film «La banda degli onesti», quello dove Totò e Peppino, in compagnia di Giacomo Furia, fabbricano banconote da diecimila lire in una tipografia del rione Monti. L’allegro ritornello è di Alessandro Cicognini, il più importante compositore del cinema neorealista (soprattutto delle opere di Vittorio De Sica), al quale Germano Mazzocchetti ha dedicato l’ultimo bis. Più che una musica, quelle poche note ben riconoscibili, all’interno di una melodia che compone il brano, diventano uno stato d’animo che rapisce la concentrazione di tutti: sintetizzano, infatti, al meglio l’umore giocoso degli spettatori, l’atmosfera briosa che ha creato la performance dell’ensemble di Mazzocchetti, che comunque con Cicognini conserva le medesime origini pescaresi.

24 giugno 2023

«Siamo donne», film a episodi (1953)

Roma, Casa del Cinema (arena)
23 giugno 2023

L’OMAGGIO AL MONDO FEMMINILE DI CESARE ZAVATTINI

Da circa un ventennio, se non più, si usa contrassegnare molti eventi artistici e sociali, che riguardano il pianeta delle donne, con un’etichetta conformista che sovente grida «al femminile». Così nascono gli incontri di poesia «al femminile», i salotti di letteratura «al femminile», gli spettacoli teatrali «al femminile» e, insomma, un po’ tutto si può portare alla ribalta mantenendosi ufficialmente a debita distanza dai rappresentanti dell’altro genere. Nel 1953, senza pubblicizzare alle folle che si trattava di un autentico omaggio alle donne, Cesare Zavattini, uno che ideava soggetti per il cinema anche mentre dormiva, pensò che non sarebbe stato difficile perlustrare il mondo femminile mostrando i ritratti di donne famose, baciate dalla celebrità offerta loro dalla settima arte, viste nella penombra della loro quotidianità. L’idea di Zavattini cominciò a prendere forma quando osservò la realizzazione di «Bellissima», di cui scrisse il soggetto, che Visconti cucì addosso ad Anna Magnani, diva del momento: un personaggio autentico, genuino e popolare alle prese con le fatue illusioni dell’ambiente della celluloide. Nelle intenzioni di Zavattini c’era quello di mostrare la fragilità e l’inconsistenza del sistema cinematografico. Se in «Bellissima» toccò a una bambina essere vittima del falso mito del divismo, in Siamo donne sono le dive stesse a cercare rifugio in una realtà più consistente e meno bugiarda.

16 giugno 2023

Teatro Stabile di Roma, la stagione 2023/24

Roma, Cortile del Burcardo
16 giugno 2023

GRAZIE, MARINELLI: ADESSO È L’ORA DEL GRANDE RILANCIO

«Una stagione di rilancio per il Teatro di Roma». Con queste parole il Commissario straordinario uscente, Giovanna Marinelli, apre la conferenza stampa per la presentazione del prossimo cartellone 2023-24 che vedrà operativi i palcoscenici dell’Argentina, dell’India e del Torlonia. Un importante incontro con la stampa, ma con pochi attori presenti, nel piccolo e suggestivo cortile del Burcardo: «Uno spazio ora molto significativo», che già rappresenta concretamente il progetto di accorpare la storica biblioteca (chiusa dal 2017) alla nuova Fondazione del Teatro di Roma. Si presuppone quindi che le sale della più preziosa biblioteca e museo teatrale nazionale potranno essere presto riaperte al pubblico. «Non c’è bisogno nemmeno di grandi opere di ristrutturazione – puntualizza l’Assessore alla cultura di Roma capitale, Miguel Gotor – basterebbe soltanto un intervento delle amministrazioni». Ambigua dichiarazione di un politico di ruolo che non aiuta a far chiarezza! Come al solito è sempre la confusione della burocrazia – che non ha nulla a che vedere con il mondo attivo dell’arte e della cultura – a dettar legge sui tempi delle «cose belle» che Roma potrebbe offrire ai suoi cittadini nonché ai turisti più dotti.

08 giugno 2023

«Caligola» di Albert Camus

Roma, Teatro Parioli
7 giugno 2023

IL SAGGIO ANONIMO DELLA «SILVIO D’AMICO»

È abbastanza sconcertante andare a teatro e trovarsi al cospetto di uno spettacolo completamente anonimo. Non una locandina in vetrina, non una brochure nel foyer che potesse regalare qualche indicazione, anche sommaria, allo sprovveduto spettatore sull’opera che stava per andare in scena. Qualcuno del pubblico ha chiesto con discrezione, qualche altro s’è interrogato incredulo, eppure è accaduto proprio così: sulla carta, dello spettacolo, all’interno del Teatro Parioli, non c’era traccia. Non un titolo, non un autore, non un regista, e totale silenzio sugli attori. Evidentemente non si tiene più in considerazione che alla base del mestiere dell’attore c’è quella professionale «perdita d’identità», dovendo costui vestirsi di volta in volta di un carattere che non gli appartiene e che lui, per sé, davanti al pubblico, non esiste, perché pronto a diventare un altro, un personaggio con nome originale, diversa emozione, differente gestualità: che conserva una sua anima, indipendente da quella di colui che gli dà corpo. E se all’attore, in teatro, gli si toglie anche la possibilità di essere riconosciuto come tale, non potrà mai essere quell’uno che è sin dalla nascita, ma si perderà nella moltitudine di quei centomila personaggi che da secoli affollano i palcoscenici, finendo per annullarsi nell’oscurità dell’anonimato dei tanti signor nessuno.

06 giugno 2023

Teatro Vittoria, la stagione 2023/24

Roma, Teatro Vittoria
6 giugno 2023

VIVIANA TONIOLO: «VENITE A TEATRO, È UN LUOGO MAGICO»

«Il teatro è un luogo magico, dove la gente s’incontra, parla, ride, scherza, piange e qualche volta si addormenta pure», sono le parole con cui Viviana Toniolo apre la presentazione della prossima stagione 2023-24 del «suo» Vittoria. Ma un teatro non è mai di una sola persona: è di tutti, è della cittadinanza, è del popolo, e soprattutto appartiene alla vita di ciascuno di noi. O, forse – e questa è la parte migliore dell’esperienza teatrale – è la nostra vita che appartiene al palcoscenico. A volte inconsapevolmente, a volte con grande anticipo sui tempi. E la Toniolo lo sa bene: per questo motivo invita a frequentare le platee, perché soltanto così si può imparare a conoscere le diverse sfaccettature di quell’uomo ridicolo che in fondo siamo. Ecco perché non si dovrebbe mai rinunciare al teatro, nonostante qualcuno seduto dietro le scrivanie dirigenziali abbia tentato più volte a impedire la riapertura dei sipari: vedi quello del Valle, dell’Eliseo, del Globe, della Cometa, del Centrale etc etc etc... l’elenco romano, ahinoi, è fin troppo lungo!

05 giugno 2023

«La Conventicola degli Ultramoderni» di Mirko Dettori

Il Sior Mirkaccio con Madame De Freitas (© Guido Laudani)

Locale d’intrattenimento: musica e comicità,
tabarin, cafè chantant e burlesque
Roma, 3 giugno 2023

LA CONVENTICOLA, PARADISO DI VOLUTTÀ

Che non ci si lasci ingannare dal nome: malgrado la Conventicola contenga nell’etimologia la medesima origine del convento, non si tratta di un ritrovo per nottambuli fratacchioni, né un luogo che raduni segreti cospiratori, come suggerisce il vocabolario; e nonostante si picchi di proporre performance di artisti Ultramoderni, tranquilli, sono tutti avveniristi d’epoca, o, meglio, d’époque. A San Lorenzo, cuore della vita notturna della capitale, sotto la cinta delle antiche mura labicane, c’è l’associazione di Mirko Dettori e Maria Freitas, un locale che apre i battenti ai soli soci (la tessera si può richiedere online o all’ingresso) non prima delle 21.30 ma in compenso chiude (in questo periodo) ad alba inoltrata. Si consiglia, vivamente, di arrivare dopo aver cenato per poter meglio gustare gli speciali cocktail e gli inebrianti infusi dei barman, artisti anche loro, ma del bancone naturalmente. Il Sior Mirkaccio, come si fa chiamare dagli aficionados, si presenta con un paio di mustacci alla Bismarck, anzi più lunghi, ma che rispetto al baffo del Cancelliere di Ferro, contrastano con una «pelata» alla Yul Brynner. La sua cordialità padana è condita da una frizzante simpatia immediata e contagiosa. Un meridionale vulcano di entusiasmo quando comincia a parlare della sua creazione inaugurata già nel 2016. La Conventicola degli Ultramoderni è stata ideata sui ricordi dei cafè chantant parigini, dei vecchi cabaret con chiara impronta nostrana del varietà e dell’avanspettacolo; un intrattenimento vivace e innocente, anche se di base dotta ed edulcorata, tra musica e comicità d’altri tempi.