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28 settembre 2023

«Il tuo nome brucia sulle mie labbra», da Marie-Victoire Rouillier

Roma, Teatro Belli
27 settembre 2023

LETTERE D’AMOR PERDUTO PER OTTO VOCI FEMMINILI

La stagione del Teatro Belli si apre con Il tuo nome brucia sulle mie labbra, testo epistolare tratto dal libro di Marie-Victoire Rouillier «Un corps en trop», tradotto e messo in scena da Alessandro Sena. Il libro contiene quaranta lettere scritte da una narratrice senza nome, durante la Quaresima, a sua zia, monaca di clausura in un convento. La suora è la sorella della madre della nostra protagonista, che avrebbe dovuto prendersi cura della piccola rimasta alla nascita orfana di colei che l’ha partorita; ma la zia, dopo poco, abbandona la bambina preferendo ritirarsi a vita monastica.

24 settembre 2023

Lo Spazio: 46 spettacoli questa stagione

Roma, Teatro Lo Spazio
21 settembre 2023

LA CATENA DI MONTAGGIO NON S’ADDICE AL PALCOSCENICO

Riflessione sul cartellone più «affollato» della stagione

Ho assistito, come rincalzo della collega Francesca Romana Moretti che ha seguito l’evento, alla presentazione della stagione del Teatro Lo Spazio, gestito e curato da Manuel Paruccini, il quale ha guidato egregiamente e con meticolosa precisione lo scorrere del più fitto cartellone che abbia mai contemplato in oltre quarant’anni di frequentazione teatrale.

23 settembre 2023

«Venere e Adone» da William Shakespeare

Roma, Arena del Globe Theatre
22 settembre 2023

VENERE CANTA CON LA VOCE «NEGRA» DI MELANIA GIGLIO

All’Arena del Globe uno straordinario spettacolo shakespeariano di Daniele Salvo

Che Melania Giglio fosse un’ottima attrice, nell’ambiente teatrale lo si sapeva; che fosse un’artista capace di toccare nella stessa battuta tonalità ironiche, drammatiche e grottesche e, che riuscisse perfino a incantare con straordinarie doti canore da cantante soul, questa è una realtà che entusiasma davvero. Lei, insieme a Gianluigi Fogacci (altro eccellente protagonista del palcoscenico nostrano) e a Riccardo Parravicini, sono i magici artefici della convincente riduzione di Daniele Salvo dello shakespeariano poema narrativo scritto in versi nel 1592, in scena fino a domenica 24 (ore 18.30), all’Arena del Globe Theatre di Villa Borghese. Venere e Adone, tra i testi meno frequentati del Bardo, è un inno all’amore: il più romantico, il più appassionato, il più intramontabile, il più autentico leggero, e al contempo doloroso, sentimento che un poeta sia riuscito a fermare su carta. L’impronta è quella di un altro immenso cantore dell’amore, Ovidio, il quale nelle Metamorfosi racconta di Venere che, graffiata involontariamente da una freccia di Cupido mentre guarda Adone, se ne innamora perdutamente; cerca di dissuaderlo dall’andare a caccia, tenta di metterlo in guardia dai cinghiali e dai leoni; ma Adone non resiste al richiamo della selva e al piacere di tirare con l’arco. Ferito mortalmente da una belva feroce, viene soccorso dalla dea che giunge in tempo per vederlo spirare. Le lacrime di Venere disperata dalla perdita dell’amato, laddove si fusero con il di lui sangue, diedero vita alle anemoni.

22 settembre 2023

Rome film fest: la presentazione

Roma, Parco della Musica
22 settembre 2023

DEDICATA A GIULIANO MONTALDO LA XVIII EDIZIONE DEL ROME FILM FESTIVAL

«… insomma, qualcuno da fotografare ci sarà». Le parole di Gian Luca Farinelli, presidente della Fondazione Cinema per Roma, in chiusura della presentazione del programma della XVIII edizione della Festa del Cinema capitolina (dal 18 al 29 ottobre), non erano così cariche di ironia, come forse suggerivano le intenzioni. La delicata questione è stata sollevata durante la carrellata delle domande finali da parte dei giornalisti che hanno affollato la grande sala dell’Auditorium: lo sciopero, ancora in corso degli sceneggiatori americani (a cui si sono poi aggiunte altre rappresentanze del settore), cominciato il 2 maggio scorso, ha provocato già diversi disagi alle kermesse cinematografiche dell’ultimo periodo e indubbiamente anche Roma risentirà dell’impasse.

17 settembre 2023

«Assassinio a Venezia», di Kenneth Branagh

Roma, Cinema Caravaggio
15 settembre 2023

POIROT ALLE PRESE CON I FANTASMI, BRANCOLA TRA HORROR E QUALCHE INCOERENZA

È difficile sbagliare un film quando si ha Venezia come palcoscenico. Eppure, ambientare un giallo di Agatha Christie tra calli e rii non è stata la scelta più felice. Kenneth Branagh, al suo terzo appuntamento cinematografico con l’investigatore Hercule Poirot, dopo «Assassinio sull’Orient Express» (2017) e «Assassinio sul Nilo» (2022), di sua iniziativa preferisce abbandonare le indicazioni letterarie della Regina del crimine (come fu giustamente soprannominata l’autrice di «Poirot e la strage degli innocenti», il racconto da cui è tratto il film), per abbracciare iniziative più personali rispetto all’originale. L’ambientazione di Assassinio a Venezia ha certamente stregato, con il suo fascino singolare, perfino l’ormai navigato Branagh; il quale, però, dopo alcune inquadrature cittadine, forse disorientato da tanto splendore, sceglie di rinchiudere il set in un prezioso e caratteristico palazzo del Cinquecento con i balconi che s’affacciano nel rio sottostante, a cui si può accedere soltanto arrivando in gondola; gli interni (sicuramente poi ricostruiti negli studi cinematografici) assomigliano alle antiche prigioni nei piani bassi, ma esaltano l’eleganza dell’architettura lagunare negli alloggi superiori. Nella penombra della sontuosa magione, quindi, Branagh fa rivivere le credenze dei fantasmi e degli spiriti care alla letteratura inglese, più che alla Repubblica marinara. La telecamera si sofferma in magnifiche fotografie oblique che seguono le prospettive di una delle piazze più famose del mondo, immagini che certamente mandano in visibilio gli spettatori del pianeta, ma noi per indole siamo più disincantati di fronte alle meraviglie nostrane: proprio come l’intelligenza di Poirot non si lascia accecare dai fantasmi che animano le stanze dell’antica residenza veneziana.

16 settembre 2023

«La piscine», di Jacques Deray

Roma, Casa del Cinema
14 settembre 2023

ROMY SCHNEIDER E ALAIN DELON NUOTANO INSIEME IN UN NOIR AFFIDATO AL CASO

Imperdibile la possibilità di vedere la rara proiezione sul grande schermo del cult di Jacques Deray del 1969, in lingua originale e con gli attori più belli di quel periodo: Romy Schneider e Alain Delon. La Casa del Cinema di Villa Borghese ha in programma, in questi giorni, un omaggio a Jane Birkin, morta il 16 luglio scorso. Malgrado il tributo, nell’occasione, a una giovanissima Jane in un ruolo secondario, pur se fondamentale, La piscine è una miscela di bellezza, di sguardi intriganti, di complicità sensoriale, di accensioni erotiche, frutto della perfetta scelta dei due protagonisti. D’altro canto è stato anche il film della speranza per milioni di spettatori che per anni hanno seguito sui rotocalchi il travagliato amore tra Alain e Romy, la coppia perfetta, la coppia – si gridava all’epoca – più bella del mondo.

14 settembre 2023

«Vengo anch’io», di Giorgio Verdelli

Roma, Cinema Caravaggio
13 settembre 2023

«SONO UN DIVERSO. MA CHI SONO I DIVERSI»

La vita artistica di Enzo Jannacci in un documentario dolce e frizzante

Raccontare Enzo Jannacci in 97 minuti è impresa ardua. Eppure, Giorgio Verdelli, escludendo buona parte del panorama artistico e intellettuale del cantautore, è riuscito a raccogliere l’anima goliardica e geniale dell’estro del multiforme autore di Vengo anch’io. D’altronde un documentario non è una biografia: anzi, chi si cimenta nella narrazione della vita di un artista tanto poliedrico potrebbe scivolare facilmente sulla china della noia. Il lavoro di Verdelli, presentato fuori concorso all’80ª Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, non corre questo rischio. Si vede con piacere, divertimento e commozione in un batter d’occhio.

13 settembre 2023

Intervista a Horacio Duràn

Arena del Teatro
Tor Bella Monaca
11 settembre 2023

IL CANTO EROICO DEGLI INTI-ILLIMANI

Cinquant’anni fa il golpe in Cile e l’esilio in Italia. Horacio Duràn: «Ricevemmo la notizia in cima alla cupola di San Pietro. Ci stabilimmo a Genzano»

L’11 settembre del 1973, Horacio Salinas, Horacio Duràn, José Seves, Max Berrú, Jorge Coulòn e José Miguel Camus, si trovavano a Roma per un concerto. Erano gli Inti-Illimani: all’epoca una tra le più emergenti e applaudite compagini musicali nata in Cile nel 1967, certamente già affermata anche a livello internazionale, ma ancora con un potenziale artistico-popolare da svelare a gran parte del pianeta.

«Eravamo in viaggio già da tempo – ricorda Horacio Duràn, storico leader del gruppo, che abbiamo incontrato al bar del teatro Tor Bella Monaca qualche minuto prima dell’inizio dell’ultimo concerto, grazie all’intercessione di Valentino Saliola, organizzatore dell’evento – per una lunga tournée in tutto il mondo. Malgrado la Guerra fredda che incombeva, sembrava essere un periodo di distensione per i tanti paesi oppressi dalle dittature, dalle false democrazie, dalle guerriglie interne. E noi portavamo in giro la nostra musica felice. Una musica fatta con le dolci sonorità popolari delle Ande, un Sudamerica per molti, all’epoca, ancora sconosciuto; una musica che per noi cileni aveva un significato particolare. In quel momento esprimeva l’esplosione di felicità per la conquista della nostra libertà».

11 settembre 2023

«Io capitano», di Matteo Garrone

Roma, Cinema Mignon
10 settembre 2023

LA «DISUMANA TRANSUMANZA» VISTA DA MATTEO GARRONE

Sarebbe interessante scoprire se l’idea del soggetto dell’ultimo film di Matteo Garrone, presentato in concorso alla 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, giunga da un’elaborazione del suo «Pinocchio» (pellicola del 2019) o direttamente dalle immagini di cronaca quotidiana trasmesse dai telegiornali. Io capitano affronta l’interminabile viaggio di due sedicenni, Seydou e Moussa, dal Senegal fino alle coste della Sicilia. Certamente non è lo stesso viaggio che Lucignolo propone a Pinocchio prima di salire sul carro che li condurrà nel Paese dei Balocchi, ma se l’ex burattino e il suo amichetto furono vittime di una severa punizione metaforica (la trasformazione in asinelli) dopo aver goduto di un giorno di bagordi, Seydou e Moussa cominciano il loro atroce calvario molto prima di arrivare nel Paese dei Balocchi.

09 settembre 2023

«L’ordine del tempo», di Liliana Cavani

Roma, Cinema Caravaggio
8 settembre 2023

IL RUGGITO SENZ’ANIMA DI UN LEONE ORMAI SPENTO

Liliana Cavani: novant’anni, una filmografia entrata di diritto negli annali della cinematografia mondiale, un Leone alla carriera all’ultima Mostra del cinema di Venezia certamente meritato, ma purtroppo un’occasione persa. Non vorremmo essere cinici, ma se è vero che l’ordine del tempo per noi comuni mortali è spietato, probabilmente questa è anche l’ultima occasione della Cavani, cineasta che invece preferiremmo ricordare con i titoli che l’hanno resa famosa e forse immortale: «Il portiere di notte» (1974), «Al di là del bene e del male» (1977), «La pelle» (1981), «Interno berlinese» (1985), «Francesco» (1989). L’ultima pellicola, prima di questa, risale a ventuno anni fa («Il gioco di Ripley», 2002), un silenzio troppo lungo di cui ora si scorgono i motivi. L’ordine del tempo è stato presentato, il 30 agosto scorso, fuori concorso all’80ª kermesse lagunare, racimolando scarsi consensi; molto meno di quanti ne abbia raccolti l’autrice quando le è stato consegnato l’ambito Leone a una carriera piena di ruggiti, oggi spenti.