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Paolo Pierobon con Tullio Solenghi |
DEDICATO AI NOSTRI POLITICI IL PLURIPREMIATO «DE GASPERI» DI ANGELA DEMATTÈ
Per gli amanti della sintesi l’elenco dei vincitori è pubblicato impeccabilmente sul sito ufficiale del Premio che invito a visitare anche se ormai echi della serata sono ampiamente rimbalzati sui vari social. Giovedì 5 settembre s’è svolta la premiazione all’Argentina delle Maschere del teatro italiano 2024. La kermesse, giunta alla XXI edizione, ideata da Luca De Fusco e Maurizio Giammusso, approda finalmente nella Capitale, sede naturale di un alloro artistico nazionale. La serata, trasmessa in differita su Rai Uno a notte inoltrata, nonostante qualche immancabile delusione per qualcuno, è stata una festa ideale per promuovere sia la riapertura della nuova stagione teatrale, e non solo quella dello Stabile di Roma – molti, infatti, i rappresentanti giunti per l’occasione da tutta Italia – che la nomina, di qualche mese fa, di De Fusco a direttore del Teatro nazionale romano.
Festa grande, e certamente assai più concreta, per il teatro Stabile di Bolzano che con tre trofei si impone (insieme con Lac Lugano arte e cultura, La fabbrica dell’attore / Teatro Vascello e il Centro servizi culturali Santa Chiara di Trento) come produzione più premiata, grazie a quel De Gasperi: l’Europa brucia che a Roma è stato ospitato sul palcoscenico del Vascello di Manuela Kustermann, alla quale va un personale encomio particolare per l’alta qualità degli spettacoli che, ormai da anni, propone nel suo teatro di Monteverde. Puntualizzazione che, se per alcuni potrebbe sembrare fuori luogo, sposa perfettamente i montanti con i quali Tullio Solenghi, conduttore stakanovista della manifestazione (pare che ne abbia saltata soltanto una!), ha tentato di scardinare la difesa del sindaco, Roberto Gualtieri, riguardo alla riapertura del Teatro Valle, chiuso da quattordici anni.
Sì, è una triste realtà che denunciamo ormai da anni: sono troppi i teatri romani che non rispondono più al «chi è di scena», tanto che l’allestimento principe della manifestazione (Come tremano le cose riflesse nell’acqua di Liv Ferracchiati, migliore spettacolo di prosa) proposto dal Piccolo di Milano, ancora non è approdato su un palcoscenico della Capitale, e ad oggi non sembra essere prevista alcuna replica. Una questione tanto delicata quanto grave per la cultura capitolina che ultimamente soffre soprattutto la mancata partecipazione delle due sale di via Nazionale: chissà se adesso, dopo il premio raccolto all’Argentina da Liv Ferracchiati, il Signor Eliseo possa prendere in considerazione di riaprire il sipario in onore di una riconosciuta arte teatrale. Ma visto che anche lui ha chiesto asilo politico allo Stabile (dal 4 al 16 marzo sarà all’Argentina), dubito che possa ora redimersi dai peccati commessi. Chiedo, quindi, direttamente al sindaco se, dall’alto del suo ruolo, voglia caldeggiare la rappresentazione vincitrice del premio più ambito: caro Gualtieri, perché i cittadini di Roma non possono avere l’opportunità di vedere il migliore spettacolo di prosa votato da una giuria nazionale di oltre mille persone? Seguendo la logica del più elementare buon senso, l’osservazione viene spontanea: il fatto che in città si preferisca ospitare uno spettacolo con Luca Barbareschi, che un teatro ce l’ha, anzi due (e che pare si stia preparando per partecipare attivamente a una nota trasmissione televisiva, più atletica che intellettuale), e non quello di Liv Ferracchiati, il cui interprete Giovanni Cannata è stato premiato come miglior attore emergente, pare davvero un’occasione gettata alle ortiche. Chissà che non si possa, in qualche modo, rimediare in extremis.
Comunque Gualtieri ha ben incassato i ganci, soltanto destri e mai sinistri, del conduttore, anzi ha trovato il modo di prendere le distanze dall’avversario per allungare i tempi dell’inaugurazione del teatro Valle: se l’assessore Gotor nel giugno 2023 aveva previsto diciotto mesi (quindi gennaio ‘25), ritrattando poi la riapertura in occasioni successive, facendola scivolare fino all’inizio del 2026, l’altra sera il sindaco ha puntato decisamente il dito già sul calendario 2027. E bene ha fatto Paolo Pierobon (migliore attore protagonista) a «dedicare il premio ai politici nostrani» che ogni giorno – lo leggiamo tra le notifiche che ci giungono dal web – si distinguono per pecche, lapsus e qualche ambiguità. Per fortuna che a volte qualcuno si dimette dall’incarico! A Pierobon, attore straordinario, rinnoviamo con entusiasmo e delicatezza il desiderio, espresso da tanti spettatori, di riprendere il suo De Gasperi nella speranza – anche – che qualche politico contemporaneo possa correre in teatro a ripassare la parte.
«Il teatro Valle sarà intitolato a Franca Valeri?», è l’ultimo montante di Solenghi al primo cittadino. Già la domanda desta qualche perplessità, ma la risposta del sindaco fa sobbalzare dalla sedia Giovanni Crippa (migliore attore non protagonista), fedele amico dell’attrice deceduta nell’agosto 2020, nove giorni dopo aver festeggiato il compleanno dei cento anni. «Lavoreremo per l’intitolazione migliore possibile – ha detto Gualtieri al pubblico in sala – ma non è questo il momento per gli annunci. Questo è il momento per concentrarsi sulla riapertura del Valle e rispettare l’impegno». Giusto, ma soltanto in teoria; perché di fatto c’è già che nell’agosto del 2021, alla presenza dell’allora sindaco Virginia Raggi, di Stefania Bonfadelli, figlia adottiva dell’attrice, di Pino Strabioli, Urbano Barberini e altri, si svolse, all’interno di quel teatro che fu la seconda casa di Pirandello, la cerimonia di intitolazione del Valle a Franca Valeri, con tanto di targa in onore dell’attrice, ad un anno dalla scomparsa. «Le parole del sindaco mi hanno molto sorpreso – ha commentato Crippa poco dopo – spero che quel che è stato fatto tre anni fa non sia stato un bluff».
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Premio le Maschere del teatro italiano 2024. XXI edizione. I vincitori. Teatro Argentina, 5 settembre 2024
Foto: © Claudia Pajewski e Filippo Zoccoli