
IL SOFFUSO CONTROCANTO DI MASCOLO
Dalle primissime parole che Mascolo usa nell’introduzione alla sua nuova raccolta poetica non si può (e non si deve) sottovalutare l’enorme rispetto che l’autore ha nei confronti del proprio lettore. E allora io mi metto nei panni del lettore, quale d’altronde sono, e scrivo in prima persona. Vincenzo Mascolo avvisa che le introduzioni spesso mettono a disagio chi si appresta alla lettura di un volume, ma – ci fa capire, chiedendoci quasi scusa – che stavolta non se ne può fare a meno. Egli è, in un certo senso, costretto dall’argomento affrontato: toccando «problematiche così complesse e delicate, in molti casi addirittura drammatiche». Io, lettore, mi spavento un po’ e corro più attentamente a osservare la copertina e rileggo: Scovando l’uovo. Sì, è a tutti gli effetti un libro di poesie, ma il sottotitolo tra parentesi (appunti di bioetica) potrebbe forse allarmarmi, sicuramente mi accende qualche sospetto. Allora Mascolo, con le sue parole, cerca di prevenirlo, preparandomi e accompagnandomi alla degustazione delle quartine, portandomi a braccetto per qualche pagina in cui riassume in breve una precisa e chiarissima dottrina sulla storia letteraria della bioetica, non senza qualche considerazione personale.