30 ottobre 2023

Rome Film Fest 2023: the end

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
29 ottobre 2023

IL GRANDE SCHERMO RIFLETTE IL MALESSERE DELLA NOSTRA EPOCA

Dopo dieci giorni dedicati al concorso, uno alle premiazioni, e uno per i titoli di coda, i riflettori della XVIII edizione della Festa del Cinema, come accade sui set, si spengono. Ancora un paio di giornate per smontare gli stand che hanno contribuito a rendere più festosa la kermesse e l’Auditorium potrà riprendere la stagione musicale normalmente, come se nulla fosse accaduto. Rivedremo il tappeto rosso l’anno prossimo, speriamo affollato anche dalle star americane che quest’anno sono state costrette a dare forfait. Lo sciopero made in Usa, dopo Cannes e Venezia, ha danneggiato anche Roma, e – diciamo la verità – sono mancati quei film che rendono spettacolare l’arte cinematografica. L’affluenza del pubblico, però, dicono i dati ufficiali, è cresciuta rispetto all’anno scorso. Tuttavia i valori numerici non hanno mai rispecchiato quelli artistici.

29 ottobre 2023

«Dispararon al pianista» di Fernando Trueba e Javier Mariscal

Festa del Cinema di Roma
Maxxi
28 ottobre 2023

«CHEGA DE SAUDADE», LA MUSICA È VITA

Per ricordare Francisco Tenorio, il regista si affida alla matita di Mariscal e alla Bossa Nova di Vinicius e Jobim

Ancora Sudamerica. Fernando Trueba e Javier Mariscal ci accompagnano alla ricerca di Francisco Tenorio Junior, un pianista desaparecido. E lo fanno nella maniera più verosimile possibile, utilizzando i personaggi che hanno vissuto la sconvolgente vicenda, gli amici che erano con lui al momento della scomparsa in Argentina, quei companheiros che portano il nome di Vinicius de Moraes, Toquinho, Mutinho, Azeitona, e poi gli altri che lo conoscevano: Carlos Antonio Jobim, João Gilberto, Caetano Veloso, Milton Nascimento, Gilberto Gil, Chico Buarque e anche tanti altri meno famosi, ma tutti uniti a ricordare la triste fine di O Tenorio. Una storia tutta brasiliana, che però si consuma in Argentina nel marzo del 1976.

28 ottobre 2023

«Pedagio» di Carolina Markowicz

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
Teatro Studio G. Borgna
27 ottobre 2023

VINCE IL «PEDAGGIO» CHE IL POPOLO PAGA OGNI GIORNO

La Markowicz racconta le colpe del cattolicesimo in Sudamerica e sale sul trono del Rome Film Fest

Vince come Miglior Film Pedágio, la cui sceneggiatura risente fortemente delle conseguenze drammatiche di quello scempio che la chiesa fece in Sudamerica qualche secolo fa, quando, in nome della croce di Gesù, impose una tirannica educazione religiosa che fece più disastri delle crociate di Goffredo di Buglione in Terra santa. I danni di quelle storiche azioni scriteriate, a distanza di oltre quattrocento anni, danno ancora i suoi malefici frutti. È sufficiente un quadro di squallore e povertà, che nelle periferie delle città brasiliane è fin troppo facile riscontrare, e anche la caratteristica più comune della nostra epoca, vissuta con disagio da una madre di «sani principi», diventa motivo per il cattolicesimo (o tramite i suoi insegnamenti) di approfittare dell’ingenuità della brava gente.

«I limoni d’inverno» di Caterina Carone

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
Teatro Studio G. Borgna
27 ottobre 2023

SORPRENDONO LE MALINCONIE DI DE SICA,
SVAGATO PROFESSORE TRA GLI AGRUMI

Film molto piacevole. Cast equilibrato e con due punte di diamante. Una storia condotta con coerenza: un’amicizia sincera e delicata tra Pietro ed Eleonora. Una sceneggiatura piena di piccoli colpi di scena che preparano un gran finale che invece si chiude su se stesso, vittima della prevaricazione della malattia. I limoni d’inverno è la seconda pellicola di Caterina Carone: non abbiamo visto l’opera prima, ma se è ancora mattino, il buongiorno fa intravedere belle speranze; fermo restando che a quarant’anni un regista di cinema è ancora molto giovane.

27 ottobre 2023

«Black box» di Asli Özge

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
Teatro Studio G. Borgna
26 ottobre 2023

DOPO 120’ DI BLACK ASSOLUTO ARRIVA BEETHOVEN

Riunione condominiale con morso all’orecchio

Quando i titoli di coda introducono il secondo movimento della Nona di Beethoven, in sala, si avverte finalmente un sollievo «Molto vivace». Ma è già tardi, purtroppo! Un film che si autocelebra con una musica tanto immensa dovrebbe essere paragonabile almeno a un capolavoro. Non è così. Eppure, sulla sinossi pubblicata sul programma del Festival, si legge: «… che cita esplicitamente La finestra sul cortile». Saremo buoni e non lo diremo né a Hitchcock, né a James Stewart e nemmeno a Grace Kelly, ma Black box è ben lontano dall’essere un film apprezzabile. Non ci si aspettava, certamente, che una regista tedesca (di origine turca) pretendesse di illustrarci come funzionano le riunioni condominiali. In tema, finora, il migliore esempio cinematografico, il più esplicativo in materia, il più ironico e surreale, resta quello di Paolo Villaggio con «Fantozzi subisce ancora» del 1983. Da allora molti altri tentativi sono stati fatti, ma di uno come questo, grossolano e inutilmente drammatico, scritto e diretto da Asli Özge, se ne poteva fare a meno.

26 ottobre 2023

«Sweet Sue» di Leo Leigh

Festa del Cinema di Roma
Giulio Cesare
25 ottobre 2023

UNA DOLCEZZA SPERDUTA NEL GRIGIORE INGLESE

Il regista si lascia affascinare dalla solitudine ma confonde la lotta tra bene e male

Nel 1928 Victor Young compose una canzone dal titolo Sweet Sue (parole di Will J. Harrisand): da allora il brano è stato riproposto con un centinaio di diversi arrangiamenti, tra i quali Bing Crosby e Benny Goodman nel periodo d’oro del jazz, fino a Red Richard e Johnny Williams negli anni Ottanta. Segno evidente che la dolcezza è sempre la benvenuta, in ogni epoca. E Sue, Sweet Sue, la protagonista del film di Leo Leigh, infatti, pare una creatura senza tempo, legata al presente come al passato, con uno sguardo sereno già volto al futuro. La sua benevolenza verso il prossimo e la disponibilità a nuove conoscenze ed esperienze non alterano l’eternità di un sentimento di cui a volte potremmo avere bisogno.

«Comme un fils» di Nicolas Boukhrief

Festa del Cinema di Roma
Giulio Cesare
26 ottobre 2023

PERCHÉ I BAMBINI ROM RUBANO?

Quando l’insegnamento civile si scontra con la burocrazia

Finalmente in concorso un film con le carte in regola per ambire alla vittoria finale. L’intensità della recitazione di Vincent Lindon, l’essenziale regia di Nicolas Boukhrief e soprattutto il tema che si tocca nella sceneggiatura... a proposito chi l’ha scritta? Perché nessun sito offre la scheda completa di questo film? È solo una dimenticanza o è un segnale di boicottaggio? Perché notizie di altri film in concorso, alla Festa del cinema, ne è pieno il web, ma di questo si riesce a recuperare appena una fotografia? Forse qualcuno ha già deciso che non dovrà vincere, o che sarebbe stato opportuno non farlo partecipare, quindi meglio dimenticarlo subito? Peccato! In barba all’internazionalità del concorso premieranno il solito filmetto nostrano triste, banale e mal recitato. Sì, inutile nasconderlo, le pellicole francesi sono notevolmente superiori allo squallore dei film italiani. Ma per i distributori la qualità non conta. Esistono solo gli affari, per loro. E il premio sarà assegnato, non certo per meriti artistici, ma per interessi economici, o magari per una manciata di clic, alias visualizzazioni. L’accusa è fatta: speriamo di essere smentiti.

25 ottobre 2023

Premio Rossellini, XV edizione

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
Spazio Lazio Terra di Cinema
24 ottobre 2023

CORTOMETRAGGI: VINCE L’ORGOGLIO ETEROSESSUALE

La più simpatica risposta a Ferzan Ozpetek arriva da un diciassettenne con un corto dal titolo «Coming back», vincitore nella sezione under 18 del Premio Rossellini 2023, giunto alla XV edizione, che gratifica le sceneggiature dei cortometraggi.

24 ottobre 2023

«Un silence» di Joachim Lafosse

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
Sala Petrassi
23 ottobre 2023

IL SILENZIO DEL PECCATO COPRE IL PADRE PEDOFILO

Lafosse prosegue l’analisi sui drammi familiari della buona società

Nel 2010 l’avvocato belga Victor Hissel, coinvolto come parte civile nel delicato caso di due sorelline di otto anni, sequestrate, seviziate e lasciate morire di stenti dal mostro di Marcinelle, veniva accusato di aver consultato migliaia di immagini e filmati a carattere pedopornografico. Rivelazioni che lasciarono sgomenta l’intera comunità belga: il figlio di Hissel, risentito nell’orgoglio per l’umiliazione pubblica sollevata dallo scandalo, reagì colpendo il padre con un coltello e ferendolo gravemente. Il reato contestato al legale fu individuato esclusivamente nell’uso di materiale pedopornografico, escludendo qualsiasi coinvolgimento fisico dell’uomo con minori.

«Avant que les flammes ne s’éteignent» di Mehdi Fikri

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
Sala Petrassi
24 ottobre 2023

GIUSTIZIA PER SAMIR, PRIMA CHE LE FIAMME SI SPENGANO

Un quadro amaro sui costanti abusi inflitti alle comunità degli immigrati in Europa

Mehdi Fikri non fa riferimento a un singolo caso specifico accaduto nelle cronache degli ultimi anni, perché fin troppi simili episodi si ripetono in Francia come nel mondo. Da noi, ricordiamo Stefano Cucchi, ucciso dalle forze dell’ordine nel 2009, una morte da subito sospetta a cui seguì il solito tentativo di insabbiamento delle prove e quindi una lunghissima causa che ottenne parziale giustizia soltanto quando raggiunse il terzo grado in Cassazione. Di quell’omicidio ne fu fatto un film, dopo che per anni la sorella si impegnò in una guerra giudiziale contro l’Arma dei Carabinieri.

23 ottobre 2023

«Posso entrare? - Ode a Napoli» di Trudie Styler

Festa del Cinema di Roma
Maxxi
23 ottobre 2023

QUELL’INDOMITO PARADISO IN ROVINA

L’autrice punta i riflettori sulla forza di resistenza di un popolo sempre vivo

«Napoli! Tu cuore di uomini che sempre ansima / nudo, sotto l’occhio senza palpebre del Cielo! / Città Elisia, che calmi con incantesimi / l’aria ammutinata e il mare! Essi attorno a te sono attratti, / come sonno attorno all’amore! / Metropoli di un Paradiso in rovine/ da tempo perduto, di recente vinto, ma pure ancora solo a metà riconquistato.» È una strofa tra le più significative della lunga Ode a Napoli che Percy Bisshe Shelley dedicò alla città partenopea, dopo i quasi tre mesi trascorsi sul golfo tra il 1818 e 1819. Poema che ha ispirato Trudie Styler a realizzare un documentario, sempre avvolto da una cornice storica e poetica, per affrontare con sfumature docili (la definizione di poesia romantica non s’addice alla camorra) anche quei temi più scomodi e inerenti a una realtà che già all’epoca il poeta intravide nelle pieghe di un «Altare luminoso del sacrificio sanguinoso.»

22 ottobre 2023

«Callas Paris 1958», concerto del 19 dicembre 1958

Festa del Cinema di Roma
Casa del Cinema
21 ottobre 2023

FINALMENTE LA VERA MARIA CHE CANTA E INCANTA

Restaurata la pellicola dell’esibizione della Divina all’Opéra di Parigi del 1958

Per ricompensarci del bidone che l’altra sera il Rome Film Fest ha rifilato a chi aveva il desiderio di riascoltare la voce della divina Maria, è stato proiettato il filmato del famoso concerto parigino del 1958. Una storica serata, ripresa e trasmessa in diretta in tutta Europa, che sarebbe diventata uno degli eventi del secolo. A cento anni dalla nascita del soprano più famoso di sempre, il film restaurato in 4k/hd, con immagini rielaborate a colori, è stato riproposto grazie alla Callas Foundation, di cui è presidente quello stesso Tom Volf, responsabile numero uno della bufala con la Bellucci.

«Un amor» di Isabel Coixet

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
Teatro Studio G. Borgna
21 ottobre 2023

NAT ALLE PRESE CON L’ISTINTO SESSUALE CHE CONDUCE AL SENTIMENTO

Si potrebbe definire «povero ma intenso» il film della spagnola Isabel Coixet, presentato in concorso alla Festa del Cinema. Un amor, tratto dal libro di Sara Mesa, si svolge in uno squallido villaggio di campagna, abitato da una decina di persone, non di più, dove tutti si conoscono e ciascuno, pur non volendo, sa ogni cosa dell’altro. L’impossibilità di evadere da questo microcosmo costringe la vicenda a rimanere chiusa in un recinto: ecco perché è povera. D’altro canto, invece, la storia è abbastanza strutturata e i personaggi ben delineati, se non fosse per quel padrone di casa (Luis Bermejo) dichiaratamente descritto in maniera eccessiva come «perfido e cattivo» sin dalla prima battuta. È lui che accoglie Nat (Laia Costa) in un piccolo casale diroccato, pretendendo l’affitto ma rifiutandosi di riservare un ambiente decente alla ragazza. Il tetto è rotto e pieno di infiltrazioni che, quando piove, sembrano cascate. I rubinetti perdono acqua e il bagno è inesistente: eppure non siamo nella giungla e nemmeno in tempi troppo antichi. È una storia contemporanea, e tali premesse la rendono un po’ sbilanciata.

21 ottobre 2023

«Te l’avevo detto» di Ginevra Elkann

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
Sala Petrassi
20 ottobre 2023

GINEVRA, QUALCUNO FORSE TE L’AVEVA GIÀ DETTO!

Wikipedia informa che Ginevra Elkann «è una produttrice cinematografica e regista italiana. È la nipote di Gianni Agnelli, figlia di Margherita Agnelli e di Alain Elkann, sorella di John e Lapo», ergo parente stretta della Fiat, che non è la divina fiat lux – un bel nome per una casa di produzione cinematografica – ma proprio quella delle automobili. L’introduzione alla recensione del film non vuol essere uno sterile pettegolezzo fine a se stesso, utile soltanto a mettere in stretta relazione il ruolo del regista con quello del produttore, ma le parole virgolettate contengono un nesso ben più profondo tra la genealogia della Elkann e il tema del film, in questione. Te l’avevo detto, che contiene le figure dei due principali artefici dell’opera in un unico nome (quindi, un film fortemente voluto dal produttore e regista), è una pesante accusa alla figura materna. Naturalmente ci asteniamo dal voler prendere in considerazione le attitudini materne di Margherita Agnelli, figlia dell’Avvocato, ma la tentazione di rivolgerle un pensiero vien forte.

«Maria: lettere e memorie» di Tom Volf e Yannis Dimolitsas

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
Teatro Studio G. Borgna
20 ottobre 2023

IL FILMATO CHE RACCONTA LA CALLAS È SOLO UNA TROVATA COMMERCIALE

Monica Bellucci scalza la divina Maria dallo schermo e si prende gli applausi

Al termine della proiezione Monica Bellucci era in sala quando il pubblico l’ha applaudita. Lei si è alzata, ha ringraziato senza dir nulla ed è andata via con il suo compagno Tim Burton. D’altronde lei è la meno colpevole di questo spudorato bluff cinematografico. Era annunciato un filmato sulla «Divina» Maria, «le sue lettere, la vita, l’infanzia a New York … dal debutto alla fama internazionale», e invece si è vista quasi sempre e soltanto lei: la Bellucci che firmava autografi alle folle festanti e che si lasciava fotografare per le strade del mondo dai collezionisti di selfie. Tom Volf e Yannis Dimolitsas sono gli ideatori della bella pensata: mettendo accanto alla Bellucci, la celebrità della Callas, il colpo grosso è assicurato; se poi, essendo detentori delle licenze, si riesce a inserire qua e là brani come Casta diva o Vissi d’arte, allora è bingo col botto. E molti, sapendo che il nome di Maria Callas si porta dietro le etichette di Verdi, Puccini, Rossini etc etc… ci sono cascati in pieno: compresi gli organizzatori del Rome Film Fest che hanno accettato di promuovere un banale backstage di uno spettacolo teatrale andato in giro per il mondo negli anni scorsi nei più prestigiosi teatri del pianeta con il nome in cartellone della Callas interpretata da una bella donna che, però, autentica attrice non è mai stata, e mai lo sarà finché non farà il tagliando alle sibilanti.

20 ottobre 2023

«La storia», un film per la televisione di Francesca Archibugi

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
Sala Sinopoli
20 ottobre 2023

JASMINE TRINCA È IDA RAMUNDO NELLA SERIE TV, IN ONDA IN OTTO PUNTATE NEL 2024

Alla Festa del Cinema sono stati presentati i primi due episodi (alle 9.00 del mattino, orario complicato) del film per la televisione di Francesca Archibugi, tratto dal capolavoro di Elsa Morante. La serie completa, composta da otto parti, andrà in onda in data ancora da stabilire, ma, ci dicono, certamente, all’inizio del 2024 sui canali Rai (ente di produzione di maggioranza). La storia della Morante è un romanzo del 1974, pubblicato da Einaudi, ed è uno dei capisaldi della nostra letteratura del Novecento. C’è poco da dubitare: quando un film si regge su un soggetto di profondo spessore narrativo, il valore del lavoro cinematografico ha enormi possibilità di lievitare verso orizzonti senz’altro illuminati. E Francesca Archibugi, dai primi due episodi, ci è parsa particolarmente ispirata nel condurre sia la sceneggiatura che le riprese di questa colossale impresa. Complimenti.

19 ottobre 2023

«Mi fanno male i capelli», di Roberta Torre

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
Sala Petrassi
19 ottobre 2023

UN OMAGGIO ALLA VITTI AVVOLTO NELLA NEBBIA

Ottima prestazione di Alba Rohrwacher nel ruolo di Monica

Nel film della Torre, Mi fanno male i capelli, ogni cosa è Monica Vitti. Tutto contiene Monica Vitti. Solo lei. La Vitti aleggia sempre, in ogni inquadratura: sin dal richiamo del titolo, che è una battuta di Giuliana in «Deserto rosso» (1964) di Antonioni, il quale, a sua volta, la riprese da una poesia di Amelia Rosselli. Moltissime altre frasi sono citazioni delle interpretazioni cinematografiche della Vitti. Spezzoni di famosi film si alternano come visioni di una mente malata. E proprio la malattia è il perno intorno al quale Roberta Torre cerca di avvolgere con cura la sua devozione per l’attrice che probabilmente è diventata un suo idolo. L’omaggio c’è, ed è riuscitissimo. Anche troppo, si potrebbe dire! E se dopo la sua scomparsa, febbraio 2022, Monica Vitti meritava senz’altro di essere ricordata, forse tentare di renderle un giusto tributo attraverso un lungometraggio presentato in concorso alla Festa del Cinema non ha reso giustizia al film stesso.

«Il sapore del riso al tè verde» di Yasujirō Ozu

Festa del Cinema di Roma
Casa del Cinema
18 ottobre 2023

UN GIAPPONE IN LOTTA TRA TRADIZIONI E CAMBIAMENTI DEL DOPOGUERRA

Nel nostro immaginario cinematografico è difficile pensare a un film giapponese che tratti un argomento quotidiano/casalingo dello stesso genere di quelli girati da Frank Capra quindici anni prima: naturalmente con ritmi e ironie molto differenti, ma nemmeno troppo distanti dalle caratteristiche della commedia hollywoodiana, evidentemente sbarcata, e apprezzata, nel Sol Levante dopo il conflitto mondiale. Lo si evince soprattutto dai costumi che indossano i protagonisti della vicenda narrata da Yasujirō Ozu. Alcuni prediligono abiti europei e altri, soprattutto le donne, il classico kimono ricamato a fiori; alcuni calzano scarpe stile Ferragamo, altri i tipici geta di legno o i sandali infradito con calzino bianco. Violente innovazioni del dopoguerra che hanno fatto breccia anche nella quotidianità familiare dei cittadini.

18 ottobre 2023

«Una vita in più, storia di Fatina Sed», di Mery Mirka

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
Sala Gianni Borgna
18 ottobre 2023

FABIANA DI SEGNI RICORDA NONNA FATINA

Ritrovato un altro diario sulle atrocità della shoah

Soltanto per un gioco del destino arriva, con appena due giorni di ritardo dalla data dell’80° anniversario del 16 ottobre 1943, la presentazione del trailer del documentario di Mery Mirka sulla Storia di Fatina Sed, una bambina tredicenne che in quel periodo fu deportata ad Auschwitz e da lì fece ritorno alla fine della guerra. Il filmato intero non ci è stato mostrato e, per la verità, anche l’atteso trailer è stato proiettato dopo molte difficoltà tecniche, a causa di un dispettoso e persistente problema al sistema sonoro. In effetti, però, c’è da sottolineare che il trailer è stato piuttosto il pretesto per ricordare uno degli episodi più crudeli della storia moderna e contemporanea; per rinnovare ancora una volta, a una platea (Teatro Studio Gianni Borgna) gremita di ragazzi di più scolaresche che hanno ascoltato in ossequioso silenzio, il dramma che ha investito la comunità ebraica di Roma e gran parte della cittadinanza.

Rome Film Fest: che la festa cominci!

Festa del Cinema di Roma
Parco della Musica
18 ottobre 2023

ALL’AUDITORIUM INAUGURAZIONE IN SORDINA

Buone notizie però per il Teatro Argentina.
Gotor: «Modificato lo statuto»

Sotto un cielo plumbeo, completamente diverso fino a quello che illuminava Roma fino a un paio di giorni fa, parte la diciottesima edizione della Festa del Cinema. Il Parco della Musica, come sempre, accoglie la kermesse romana dedicata alla settima arte (fino a domenica 29 ottobre), ma l’atmosfera, per rimanere in tema meteorologico, non può che essere definita grigia. La folla e l’entusiasmo che negli anni passati infervoravano la piazza stamattina sembravano essere un ricordo. Dal bar, alla libreria, fino all’ingresso, attraverso il quale si arriva alle sale di proiezione, regnava una calma insolita per un festival. Sulla strada e nel grande parcheggio del Villaggio Olimpico c’era addirittura una triste desolazione: poche macchine e niente traffico. Come fosse una mattinata qualsiasi!

16 ottobre 2023

«In treno, in tre no», di Giuseppe Manfridi

Roma, Teatro Sophia
15 ottobre 2023

«QUESTA NON È UNA PIPA»

Giocare a «non capire» con anagrammi e palindromi

Il primo a essere ignaro del genere a cui appartenga l’esibizione annunciata (In treno, in tre no) è proprio l’autore di questa interessante performance glottologica, ma anche interprete di un tentativo in parte riuscito, in parte – dobbiamo dirlo, altrimenti saremo noi di parte! – sdraiato su se stesso. Inizialmente, Giuseppe Manfridi, con coscienziosa serenità, avverte che si sta avventurando in un terreno assai insidioso, ma poi, al finale, dopo quasi due ore di vivace intrattenimento, invece di asciugare e cavalcare intrepido verso la chiosa, tende ad allungare rallentando la corsa del suo treno a cerniera.

14 ottobre 2023

«Mirabile visione», di Matteo Gagliardi

«Non impedir lo suo fatale andare: / vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare.»

Roma, Cinema Andromeda
9 ottobre 2023

TUTT’ALTRO CHE MIRABILE IL DOCUMENTARIO SU DANTE DI GAGLIARDI

Tra «l’anime di color cui vinse l’ira» spunta Mike Tyson che morde l’orecchio all’avversario

Nella storia del cinema sono stati molti i tentativi di trasporre sul grande schermo il viaggio narrato da Dante lungo i regni dell’Aldilà: tutti esperimenti, se non proprio falliti, certamente poco riusciti. Se pure è possibile ideare una serie di raffigurazioni attraverso le indicazioni suggerite dal poema, e quindi poter ricostruire gli ambienti ad uso e consumo cinematografico, è assai improbabile accompagnare la poesia con le sequenze di una rappresentazione realistica, o fantasiosa, o metaforica, o (come in questo caso) iperrealistica. Seguire l’andamento poetico ed emotivo nel cammino impervio della sensibilità dell’endecasillabo dantesco è un’impresa a perdere. Paradossalmente il lungometraggio che più si avvicina alla descrizione del racconto di Dante è quello della Milano Film del 1911. S’intitola L’Inferno (e si può rintracciare su Youtube): pellicola senza sonoro, quindi priva dell’ingombrante peso poetico che schiaccia ogni immagine. A rivederlo oggi sembra un filmato apparentemente ridicolo (non faccio fatica ad ammetterlo), ma ha un grande valore descrittivo ed è anche fedele al diario di viaggio del pellegrino; non certo alla poesia! Qualunque altro tentativo – dove la poesia prende il sopravvento – scivola nel baratro dell’assurdo, dell’improbabile, dell’inconsistente.

13 ottobre 2023

«L’imbalsamatore» di Renzo Rosso

Roma, Auditorium, Parco della Musica
11 ottobre 2023

LA SALMA DI LENIN SBRICIOLATA DALLA MUSICA DI BATTISTELLI

Le spoglie di Lenin, ancora oggi, sono esposte, sin dalla sua morte avvenuta nel 1924, nel Mausoleo della Piazza Rossa di Mosca. Il mantenimento della salma una volta era a carico dell’amministrazione del Pcus, ma dopo la caduta dell’Unione sovietica (1990) il finanziamento è passato in mano a privati. Se prima del ’90 erano incaricate oltre 200 persone allo studio chimico per la conservazione e alle cure manuali della mummia, oggi il personale specializzato è assai ridotto, tanto che anni fa furono rinvenute alcune macchie sospette sulla pelle del padre della Rivoluzione (1917) e immediatamente si pensò con terrore a un rapido disfacimento del corpo.

12 ottobre 2023

Off/Off Theatre, la stagione 2023/24

Roma, Teatro Off/Off
11 ottobre 2023

METTI, UNA SERA... IN VIA GIULIA

...  musica, cabaret, varietà, burlesque e teatro d’autore

Quando si sono spente le luci, la musica ha colto impreparata la maggior parte dei presenti all’annuncio del cartellone teatrale dell’Off/Off di via Giulia. Cinque aitanti ballerini, rigorosamente a torso nudo, hanno fatto sfoggio della loro invidiabile muscolatura incalzati da un ritmo assai moderno e sostenuto. Dopodiché si sono dileguati attraversando la platea urlante e festosa, quando, dal fondo del palco, è arrivato il patron del teatro, Silvano Spada. Entusiasmo anche per lui, ma più contenuto. Questione di muscoli nonché di età!

11 ottobre 2023

«Il mercante di Venezia» di William Shakespeare

Roma, Teatro Olimpico
10 ottobre 2023

LA REGIA DI SCARAMELLA DONA UMANITÀ A SHYLOCK

A pochi giorni dalla inclemente sentenza che «condanna a morte» il Globe Theatre, ritroviamo sul palco del Teatro Olimpico, che ospita Il mercante di Venezia, quello stesso scenario che tante volte ci ha affascinato durante gli spettacoli proposti nella struttura elisabettiana di Villa Borghese, comprese le due robuste colonne che intralciavano la visuale a tanti discreti spettatori delle tribune laterali. Sembra un gioco del destino, invece, altro non è che la forza di sopravvivenza del teatro. Sono tanti i personaggi che ogni sera muoiono sul palcoscenico per poi tornare vivi per la recita successiva: stavolta il prodigio s’è manifestato per un intero teatro, che da una parte se ne sta lì, abbandonato all’incuria di una magistratura troppo lenta, in attesa d’essere abbattuto, mentre dall’altra continua ogni sera ad accogliere storie e a raccontarci vite, prendendosi beffa di quel burocrate «miscredente» (del teatro e della cultura) che ne ha sentenziato la distruzione, secondo una giustizia fredda, assoluta e inflessibile.

10 ottobre 2023

Le «superstizioni» del Quirino

Roma, Piazza Santiago del Cile
9 ottobre 2023

UN INSIDIOSO REFUSO

Il lapsus calami mi era già stato segnalato qualche giorno fa, ma fino a stamattina non mi ci ero mai imbattuto personalmente. Oggi un refuso potrebbe essere facilmente frutto di un fotomontaggio: se pubblicare una fotografia prima equivaleva a fare informazione certa, ora bisogna essere fin troppo prudenti per non inciampare in una fake. Photoshop è alla portata di tutti!

09 ottobre 2023

Intervista con Vincenzo Zingaro

Roma, Teatro Arcobaleno
8 ottobre 2023

ALL’ARCOBALENO UN’«ECCELLENZA NAZIONALE»

Con la Compagnia Castalia da 30 anni si cimenta nelle opere del teatro classico

Vincenzo Zingaro con il suo teatro Arcobaleno e la compagnia Castalia hanno festeggiato a marzo scorso i 30 di convivenza. «Trent’anni faticosi, ma ricchi di soddisfazioni.» Il percorso artistico e professionale di Zingaro comincia da molto lontano. «Ho iniziato a fare l’attore, poi mi sono appassionato alla regia, e ben presto ho sentito la necessità di ritagliarmi nel panorama teatrale uno spazio insolito, la commedia antica. Nel 1992 ho creato una compagnia a cui ho dato una sede e una casa che col tempo sono riuscito anche a ristrutturare.» Zingaro ha seguito il suo istinto concentrandosi sui testi classici delle opere di Aristofane – di cui quest’anno porta in scena La pace – e sull’intero repertorio della letteratura teatrale latina, da Plauto ad Apuleio.

08 ottobre 2023

«L’imprevedibile viaggio di Harold Fry», di Hettie Macdonald

Roma, Cinema Caravaggio
7 ottobre 2023

IL VIAGGIO DELLA FEDE DI HAROLD FRY

Harold Fry ha avuto un’esistenza difficile e dolorosa. La vita non è stata generosa con lui. Da quando è in pensione si intuisce che le sue giornate sono piatte e monotone: grigie come il cielo della provincia inglese. Lui, ormai, da routine, si occupa di andare a buttare la spazzatura, mentre la moglie sa bene come passare l’aspirapolvere. Una mattina riceve la lettera di un’amica che gli confida di avere un tumore all’ultimo stadio; e con quelle poche righe si appresta salutarlo. Harold prende carta e penna e le risponde; chiude la busta ed esce per andare a imbucarla, ma durante il breve tragitto fino alla cassetta postale, la lettera che stringe tra le mani comincia bruciargli l’anima. Si ferma a riflettere pochi istanti, passa in un negozio e, raccolta un’osservazione della giovane cassiera, senza nemmeno tornare indietro a prendere il cellulare e sorvolando perfino di avere una moglie che lo aspetta a casa, prosegue e va dritto – irrazionalmente – pronto a percorrere 800 chilometri a piedi per andare a salutare l’amica in fin di vita.

06 ottobre 2023

«C’è un cadavere in giardino» di Norm Foster

Roma, Teatro Manzoni
5 ottobre 2023

LA REGIA DI GIORDANI SMORZA LA VIVACITÀ DEL TESTO

L’inaugurazione della stagione del Teatro Manzoni di Roma ha richiamato qualche personaggio del passato: nel foyer affollatissimo si sono distinti Barbara Bouchet e Franco Oppini, ma soprattutto Paola Quattrini ha rispolverato in me ricordi di un teatro di genere oggi meno frequentato, ma che una volta era di casa al Sistina di Garinei e Giovannini. C’è un cadavere in giardino di Norm Foster, tradotto e adattato in un ambiente romano, dove si è pronti a chiamare il 3570, assomiglia vagamente alle commedie scritte da Neil Simon e Ray Cooney. In particolare, durante lo svolgersi dello spettacolo, proprio per queste coincidenze (Quattrini e 3570), la memoria è corsa a un lontano «Taxi a due piazze» che vidi e rividi almeno tre volte: era interpretato da Johnny Dorelli, Paolo Panelli, Martine Brochard e, appunto, Paola Quattrini. Tra gli altri c’era anche un immenso Toni Ucci, amico adorabile, oltre che attore coi fiocchi.

05 ottobre 2023

Teatro Arcobaleno, la stagione 2023/24

Roma, Teatro Arcobaleno
4 ottobre 2023

VINCENZO ZINGARO: «IL TEATRO È UN VEICOLO DI PACE»

Sul palcoscenico di via Redi anche Mariano Rigillo, Giuseppe Pambieri ed Ennio Coltorti

Augurandomi che né Pirandello, né Cechov, e né Manfridi se la prendano, vorrei aprire con una battuta di spirito ascoltata tra il pubblico pochi minuti prima che cominciasse la presentazione della prossima stagione del cartellone del Teatro Arcobaleno, diretto da Vincenzo Zingaro. Una coppia di signori anziani sedeva accanto a me. Mentre lei leggeva sulla brochure qualche titolo alla rinfusa, lui sembrava assorto in pensieri tutt’altro che allegri. Lei, per coinvolgere il marito: «Vedi, c’è Plauto, c’è Eschilo, c’è pure Sofocle, Aristofane, ce so’ tutti quanti.» E lui, affatto rincuorato: «Meno male che ce stanno loro!»

04 ottobre 2023

«Pagliacci. All’uscita» da Leoncavallo e Pirandello


3 ottobre 2023

ROBERTO LATINI DETERGE LA VANITÀ UMANA IN UNA VASCA PIENA D’ACQUA

La parola chiave per leggere l’accostamento che Roberto Latini fa dei testi di Leoncavallo e di Pirandello è la vanità. Sia Pagliacci, opera lirica dove la voce tenorile intona il famosissimo «Ridi, pagliaccio, sul tuo amore infranto», che All’uscita, commedia in cui due anime riflettono, nell’aldilà, sul valore dei sentimenti dei vivi, hanno come comun denominatore la vanità umana, nelle due accezioni del suo significato. Nel primo caso, la vanità, ossia il compiacimento di sé e delle proprie qualità – in questo caso, ferite – porta un pagliaccio tradito dalla moglie ad uccidere il rivale. È la storia che Leoncavallo visse da bambino, assistendo all’uccisione del suo tutore, e che anni dopo raccontò in musica, costruendo un dramma all’interno di una commedia, così che la realtà potesse irrompere nella finzione teatrale. Nel secondo caso, la vanità è l’inconsistenza dei sentimenti dei vivi, i quali sentono la necessità di edificare tombe, non per conservare le spoglie dei loro cari (così come si crede: «di noi poveri morti, dopo un po’ di tempo, che volete che resti in quelle fosse», dice lo spirito filosofo), ma per custodire e proteggere i loro sentimenti, che altro non sono che vane illusioni, ancor più vane delle anime dei defunti.

03 ottobre 2023

Herlitzka legge Dante


Roma, Teatro Basilica
2 ottobre 2023

UNA SERA IN PARADISO CON ROBERTO HERLITZKA

La proiezione delle letture dantesche apre la stagione del Basilica

Una pioggia scrosciante di applausi per Roberto Herlitzka che ieri ha festeggiato 87 anni al Teatro Basilica, in compagnia di una platea gremita di amici accorsi per rendergli omaggio e per assistere alla proiezione del filmato, ideato da Antonio Calenda, che ha visto il grande attore alle prese con sei canti della Commedia di Dante. «È stata un’idea nata durante le letture dal vivo che Roberto ha eseguito, negli anni scorsi, qui, in questo teatro, di tutte e tre le cantiche del poema». Il ciclo cominciò per le manifestazioni dei settecento anni dalla morte del poeta, 1321. Poi ci fu, causa Covid, uno slittamento, ma l’artista riprese tenacemente l’iniziativa portandola a termine nel 2022.

02 ottobre 2023

Intervista a Manuel Paruccini

Roma, Teatro Lo Spazio
1° ottobre 2023

«IL TEATRO DOVREBBE AVERE GROSSI SPONSOR»

Parla il direttore artistico de Lo Spazio: «Il Covid, il periodo più critico»

A Manuel Paruccini la definizione non è piaciuta: l’accostamento tra Lo Spazio di via Locri, a San Giovanni, e la catena di montaggio l’ha fatto sobbalzare. «Il paragone prende a pretesto il settore di una fabbrica meccanica assolutamente senz’anima, io invece nel mio lavoro l’anima ce la metto, eccome! E, comunque, tutte le mie proposte restano fondamentalmente artistiche.» Resta, però, anche un cartellone affollatissimo che annuncia quarantasei titoli di vario genere accompagnati dall’affettuoso slogan off per scelta. Ma, dopo la lunga chiacchierata con il direttore artistico, la libera scelta di un teatro privato, appare davvero scarsa, e, stando a quel che dice, una stagione tanto ricca di spettacoli diventa addirittura indispensabile per sopravvivere. «Non abbiamo alcuna sovvenzione da parte dello Stato.» Vero, anzi verissimo: quando si tratta di dare, il Ministero tace, anzi, scompare, non prendendo (nella maggior parte dei casi) neanche in considerazione le esigenze più essenziali delle piccole realtà teatrali che si sforzano di dare un palcoscenico ai circa centomila attori italiani che spesso, e per lunghi periodi, per sbarcare il lunario, sono costretti a lavorare in altre attività e non a concentrarsi in quelle per le quali hanno studiato.

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