23 dicembre 2023

«Agitarsi prima dell’uso» di Francesca Reggiani


Roma, Off/Off Theatre
22 dicembre 2023

SI AVVERTONO GLI ALLERGICI:
«QUI FACCIAMO SATIRA!»

L’ingresso in scena è in sordina, quasi di nascosto, come se il gatto facesse la posta al topo; eppure, con la complicità di un semplice gioco di luci, spente all’improvviso, il roditore casca nella trappola. È il modo migliore per beccare immediatamente i cellulari rimasti accesi tra le mani degli spettatori a inizio spettacolo, quando già dovrebbero essere riposti nelle borse o in tasca: «Mi scusi, signora, ma la luce dello schermo mi viene dritta nell’occhio, per cortesia lo metta via», l’attrice è educatissima, ma perentoria. Se l’ordine arriva direttamente dal palcoscenico è un rimbrotto che giunge dall’alto e funziona. Basta avvertire una sola persona e tutti i cellulari spariscono in un attimo. E – cosa più importante – non si sono più visti né sentiti. 

22 dicembre 2023

Lina Sastri in «Eduardo mio»

Roma, Teatro Quirino
21 dicembre 2023

IL «DIRETTORE» CHE MOLTO AMAVA LE SUE DONNE

Ricordo emozionato del grande Maestro con musica, prosa e tanta passione

Evento speciale al Quirino. Una sola sera a inviti, anche se erano state programmate almeno due a sbigliettamento. S’appresta il quarantesimo anniversario della morte di Eduardo De Filippo (1900-1984) e il suo nome già illumina i palinsesti tv e i cartelloni teatrali. Lina Sastri, in verità, già da qualche tempo porta in giro per i palcoscenici d’Italia il suo Eduardo mio: una carrellata ricordi personali, tra musica, memorie e prosa. L’orchestra è sistemata di lato e il palcoscenico è tutto per lei che lo riempie con le sue intime nostalgie. «Maestro – così lo chiama sbucando dalla quinta da dietro un Pulcinella dipinto da Kokocinski – Ho bisogno della vostra assistenza». Ed è una richiesta verace: una dichiarazione d’amore lanciata dall’attrice all’indirizzo di una platea gremita e incantata per aver appena ascoltato la voce registrata del grande Eduardo.

20 dicembre 2023

«Napoli milionaria!», film tv di Luca Miniero

«S’ha da aspetta’, Ama’. Ha da passa’ ’a nuttata»

Rai Uno
18 dicembre 2023

‘A NUTTATA SENZA GUERRA E SENZA FAME: UN’OCCASIONE PERSA

Che Eduardo non potesse essere visivamente presente nella sua Napoli milionaria!, targata Rai Fiction e firmata da Luca Miniero, lo si sapeva – un’assenza coatta, la sua, assai prevedibile che elude ormai ogni tentativo di confronto attoriale – ma che fosse estromesso dalla partita, e addirittura dimenticato negli spogliatoi, senza nemmeno l’accortezza di conservagli un posto d’onore in panchina, questo ha trovato impreparati (e anche indisposti) molti telespettatori. Talmente eccessive le modifiche al testo originale che, sì e no, ne è rimasto il soggetto. Un soggetto, in verità, poco consistente.

15 dicembre 2023

Buon Natale all’orfano Teatro di Roma

Roma, 14 dicembre 2023

IL NUOVO DIRETTORE SUBITO DOPO L’EPIFANIA?

Prima di tutto, Buon Natale. Manca poco più di una settimana a «quel Santo giorno», direbbe Luca Cupiello, e allo Stabile di Roma tutto tace. Colui che è tanto atteso, ancora è senza nome: l’Annunciazione ha portato con sé soltanto una flebile vocina, pure apprezzabile, ma troppo inconsistente e non ci azzardiamo a far pronostici. Tuttavia, pare che per l’Epifania (o giù di lì), Gaspare, Melchiorre e Baldassarre regaleranno finalmente, dopo due anni di commissariamento, identità certa al nuovo direttore: speriamo che sia davvero oro quel che luccica in lontananza. In casa di Luca Cupiello il presepe è sempre stato approntato poco prima del cenone, speriamo che i tempi dell’elezione non si protraggano fino al carnevale.

14 dicembre 2023

«Blush», di Charlie Josephine

Roma, Teatro Belli
13 dicembre 2023

UNA LUCIDA E SEVERA ANALISI DELLA CONFUSIONE VIRTUALE IN CUI VIVIAMO

Letteralmente Blush, se considerato come verbo significa arrossire, vergognarsi, se invece si vuol leggere la parola come sostantivo, allora, può essere intesa come la vampata di rossore che colora il viso nel momento di maggior imbarazzo. Tuttavia, dopo aver visto lo spettacolo diretto da Marcello Cotugno, proposto al Belli per la rassegna teatrale sulla nuova drammaturgia inglese, una solo vergogna, un unico rossore potrebbe cogliere impreparato lo spettatore: riprendere in mano il cellulare. Infatti, proprio dai suoni cibernetici che giungono da questo attrezzo infernale che ha stravolto le nostre vite comincia il testo di Charlie Josephine.

08 dicembre 2023

«Evǝ» di Jo Clifford

Roma, Teatro Off/Off
7 dicembre 2023

SEI TUBI IN CERCA D’AUTORE

Eva Robin’s incapsulata in un cilindro
racconta «quelli di mezzo»

Quando il pubblico è chiamato a entrare in sala, sul palcoscenico ci sono già sei cilindri trasparenti, alti circa un paio di metri e del diametro di 50 centimetri, forse 55. Ognuno contiene, sembra, un fantoccio umano. Quindi le luci della platea cedono a quelle di scena e scopriamo che effettivamente si tratta di sei persone chiuse e bloccate nei tubi. Se siano di genere maschile o femminile, si capisce subito che non ha alcuna importanza, anzi, meglio glissare: «Ogni affermazione potrebbe essere usata contro di te!», avvertono spesso nei film polizieschi. Potrebbe essere un saggio consiglio da perseguire anche ora. Tra di loro si riconosce Eva Robin’s, la seconda a destra; ma è Patrizia Bernardi che apre la prima carrellata di brevi monologhi, raccontando una storia molto antica, che tutti conoscono e che prende spunto dalla biblica Genesi, ma in questo caso è appena rivisitata.

07 dicembre 2023

«Il delitto di via dell’Orsina» di Eugène-Marin Labiche

Roma, Teatro Ambra Jovinelli
6 dicembre 2023

SI POTREBBE RIDERE DI PIÙ, SE SOLO SAPESSIMO RIDERE

Le opere di Labiche appartengono al genere cosiddetto vaudeville, ossia commedie leggere di impronta comica, che quasi sempre si reggono sul gioco di uno o più equivoci. Eppure, uscendo dal teatro si avverte una certa malinconia che invita alla riflessione. Il delitto di via dell’Orsina (L’affaire de la rue de Lourcine) è un testo del 1857, e sia la traduzione di Giorgio Melazzi che l’adattamento di Andrée Ruth Shammah spingono il linguaggio molto vicino alla nostra epoca, abbattendo il muro del tempo sia con un’ambientazione più recente, sia riuscendo continuamente a far dialogare il presente (traduzione e adattamento) col passato (trama). Un lavoro audace e, se vogliamo, raffinato. Tuttavia pericoloso. Si tratta, infatti, di un noir dove viene portata avanti l’ipotesi che i protagonisti si siano macchiati dell’omicidio di una donna.

06 dicembre 2023

«Il marito invisibile», di Edoardo Erba

Roma, Teatro Quirino
5 dicembre 2023

LORELLA SPOSA L’UOMO INVISIBILE

Più credibili i Fantastici Quattro di Stan Lee

Fiamma e Lorella sono le protagoniste della commedia scritta e diretta da Edoardo Erba: Il marito invisibile. Negli anni Settanta, tra i fortunati fumetti di Stan Lee – il creatore dell’Uomo Ragno, per intenderci – c’erano, qualcuno lo ricorderà, anche i Fantastici Quattro: Reed Richards, Susan Storm, Johnny e Ben (La Cosa). Reed e Susan erano regolarmente sposati e lei era la donna invisibile, nel senso che i suoi poteri soprannaturali la rendevano eterea, ma soltanto in determinati momenti, quando bisognava mettere in azione le «peculiarità» che facevano di quei personaggi dei supereroi da fumetto. Lorella, invece, vive in un appartamento abbastanza comune, usa internet, ama le videochat, prende le gocce per combattere l’ansia, lotta in continuazione contro i capelli che le cascano davanti agli occhi, e trova il coraggio di confessare di aver sposato un uomo invisibile soltanto a Fiamma, la sua amica del cuore. Stan Lee, a suo tempo, riuscì a creare intorno ai suoi eroi un contesto che rendesse plausibili le assurdità vissute dai suoi figurini disegnati per le vignette, che alternavano, alla comune esistenza civile, vicende che avevano dell’incredibile: così Reed Richards, quanto era impegnato nel contrastare il male era al fianco della donna invisibile, ma nel momento del relax poteva godere di una moglie, carina, bionda e in carne; per la povera Lorella non è così, ogni possibilità di attrazione estetica le è preclusa.

05 dicembre 2023

Intervista senza nome (1)

Roma, piazza Verbano
4 dicembre 2023

IL LATO OSCURO DEL TEATRO

Storia di Gabriella, attrice in cerca di giustizia

Una famosa canzone del 1930 dice che «la vita può essere molto dolce on the sunny side of the street», e forse qualcuno ancora immagina che il palcoscenico possa essere uno dei luoghi più soleggiati del mondo, e che lassù la vita può essere assai piacevole. Certamente noi che siamo cresciuti all’insegna dei grandi musical americani, noi che abbiamo visto una certa cinematografia d’avanspettacolo, noi che ci siamo entusiasmati nelle platee rivestite dal caldo mantello rosso e oro grazie al fascino e all’estro di artisti di prim’ordine, noi l’abbiamo pensato, l’abbiamo sognato e abbiamo anche sperato, almeno una volta, che quel lato illuminato potesse godere di un sole eterno, intramontabile. Oggi, di quella ribalta illuminata e di quella dolce vita tanto decantata, resta ben poco. Non è bastato prendere atto che, a luci spente e a sipario chiuso, il mondo dello spettacolo fosse affollato da persone che vivono come tutti gli altri, con le proprie piccole felicità e le grandi malinconie; non è bastato capacitarsi che il mondo di fuori, con le sue brutture, potesse penetrare nell’alcova segreta del teatro e contaminare l’immensità di Lear o perfino addolcire le malvagità di Iago.

02 dicembre 2023

«Pseudolus» di Tito Maccio Plauto

Roma, Teatro Arcobaleno
1° dicembre 2023

L’ANIMO ARDIMENTOSO DI ANZELMO E LA COMICA VIS DI PIETRO ROMANO

La platea dell’Arcobaleno è sempre troppo illuminata dalle luci degli schermi dei cellulari. La gente non si contiene. E non si comprende il motivo per cui questa dilagante maleducazione venga tollerata da Vincenzo Zingaro e dalla sua équipe. Sono davvero molti gli spettatori che durante lo spettacolo scattano fotografie, e filmano ciò che accade in palcoscenico, non curandosi del fastidio che procurano a chi si ritrova il riflesso della luce negli occhi. Ieri sera, una quasi alta e quasi bionda – che si è spacciata con protervia per addetta ai lavori – s’è arrogata il diritto di usare a suo piacimento il cellulare, nonostante qualcuno le avesse detto di smettere: «La finisca lei, io sto lavorando» ha sbottato essa a voce alta e in malo modo. Il tono dei due litiganti ha rischiato di far fermare lo spettacolo. Al termine – l’ho visto con i miei occhi – mentre il signore andava via, prima che terminassero gli applausi, probabilmente ancora irritato dalla persistenza della maldestra fotografa, essa, a luci di sala già accese, ha allungato una gamba per farlo inciampare. L’uomo è rimasto in piedi per miracolo, mentre la «sgambettatrice» sogghignava soddisfatta. Oltre ad aver usato il cellulare durante tutto lo spettacolo, oltre ad aver alzato la voce, ha anche tentato il colpo gobbo ai danni di chi aveva perfettamente ragione. Questi spiacevoli episodi sono capaci di rendere una spensierata serata teatrale in amare sortite in cui arroganza e maleducazione purtroppo l’hanno sempre vinta. Certamente Zingaro, da artista di teatro qual è, saprà porre rimedio a questo increscioso atteggiamento.

Pour vous