ELOGIO DI RICCARDO CACACE
«Facciamo teatro per fuggire dall’inferno», ha detto in chiusura di serata Massimo Popolizio, invitato d’onore alla premiazione della VI edizione del Festival inDivenire (ideato da Alessandro Longobardi) che s’è svolta ieri sera allo Spazio Diamante. L’inferno è sempre lì fuori che ci aspetta: è la vita reale piena di ostacoli e turbamenti, mentre, all’interno della Sala Black del teatro di via Prenestina, la gioiosa festa s’è consumata troppo in fretta. Talmente in fretta da lasciare un velo di nostalgia sugli occhi di tutti i partecipanti che avevano affollato la platea in attesa di sapere quali fossero i responsi dei giurati che hanno osservato i 15 studi presentati in otto giorni. Soltanto la compagnia Remuda teatro ha dato forfait dopo essere stata scelta tra i magnifici sedici, su quasi 80 progetti passati al vaglio nei mesi scorsi.
A fare gli onori di casa è stato Giampiero Cicciò, direttore artistico della kermesse e presidente di giuria. Madrina della premiazione, l’attrice Pia Lanciotti che ha accolto sul palco tutti i premiati con grande simpatia ed eleganza. Durante la performance ha anche letto un brano di Louis Jouvet tratto dall’Elogio del disordine, un volume che raccoglie i pensieri e le riflessioni del grande mattatore francese. Un libro che tutti gli attori dovrebbero avere sul comodino per meglio «indivenire» e crescere nell’arte del loro mestiere. L’elenco dei premi si può leggere sul sito web del festival, oppure alla fine dell’articolo. Al termine della premiazione i giovani attori hanno potuto incontrare Massimo Popolizio, intervistato, oltre che da Cicciò, dalla giornalista e scrittrice Alessandra Bernocco.
In effetti tutti quanti noi che amiamo il teatro e abbiamo la fortuna di viverlo quotidianamente siamo profughi di una realtà infernale che ci spaventa e da cui fuggiamo. La tranquillità che offre il palcoscenico, invece, è impagabile: si potrebbe paragonare soltanto a una vela che scivola indisturbata sulla superficie marina. In palcoscenico, dove il sole è un proiettore e l’orizzonte è la platea, giocare a far finta che sia vero è l’unico balsamo che riesce a esaltare il lato migliore degli uomini, è il filtro della pace. E lo sa bene Riccardo Cacace, vincitore del premio inDivenire per il miglior progetto del festival con Il pedagogo dell’infame. La sua personalità mi ha stupito: è riuscito a tenersi distante dalla realtà, anche quando quest’atteggiamento poteva sembrare inopportuno, con la stessa serenità della barca a vela che naviga lontano dalla costa. Riccardo è il classico esempio di chi ha trovato in teatro una realtà che altrove, ovunque, lo fa sentire inadeguato, fuori contesto, stonato nel frastuono del malessere sociale. Riccardo è il privilegiato per eccellenza perché percepisce, prima di chiunque altro, che a teatro esiste una protezione civile e lui vive di questa protezione, l’ha fatta sua come un abito che gli calzi a pennello. Quando Riccardo ha terminato la sua prova d’attore interpretando l’infame, ha continuato ad agire come il personaggio che aveva appena salutato: gli stessi sguardi, le stesse posture. Soltanto le parole facevano la differenza: nel personaggio suonavano la nostra stessa lingua e per questo erano comprensibili, mentre nel giovane seduto in poltrona, catapultato in un «fuori programma», restavano chiuse in un limbo a noi impenetrabile. Quale lezione di teatro ci ha dato Riccardo quella sera. Abbiamo perfino dubitato del suo candore, della sua riluttanza al nostro inferno che è il suo disordine.
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I premi. Miglior progetto: Il pedagogo dell’infame (di Riccardo Cacace); Miglior Progetto Under 30 (ex aequo): Casa Lella (di Giovanna Malaponti) e Il confine per Xelindor (Compagnia La tenda rossa); Migliore regia: Gemma Costa (per «Delizia»); Migliore attore: Marco Gualco (per «Il pedagogo dell’infame»); Migliore attrice: Giulia Massimini (per «Mi fai sentire meno freddo»); Migliore attore emergente: Federico Bizzarri (per «Il confine per Xelindor»); Migliore attrice emergente: Claudia Ligorio (per «Casa Lella»); Miglior autore: Nicolò Sordo (per «Autogrill»); Menzione speciale della giuria (ex aequo): Blue Morpho (di Alice Silvestrini); Il tempo di una sigaretta (di Giacomo Buonafede); Oltre le nuvole il cielo (di Gabriele Cicirello). Miglior progetto visual e video: Compagnia Poveri comuni mortali (per «Delizia»); Miglior promozione web: Compagnia Briciole (per «Scintille»). Premio del pubblico: Oltre le nuvole il cielo (di Gabriele Cicirello)
Foto: Marco Gualco e Riccardo Cacace (vincitori del premio inDivenire 2025, come Miglior progetto) posano tra Giampiero Ciccò e Pia Lanciotti, madrina della kermesse finale (© Anna Clelia Catucci)