Franco Zeffirelli con Maria Callas (© Gettyimages) |
IL GENIO DI FRANCO ZEFFIRELLI IN UN MUSEO NEL CUORE DELLA SUA FIRENZE
Passando davanti a un abito indossato da Maria Callas e scivolando accanto a una fotografia che ritrae il Maestro con Laurence Olivier, dopo essersi soffermato a leggere i nomi di Anna Magnani, Elizabeth Taylor, Jeremy Irons, e infinite stelle del firmamento dello spettacolo del Novecento, il visitatore non può non incantarsi all’improvviso di fronte al ritratto di Gesù. Un olio, 60x46, del volto di Cristo martoriato dalla corona di spine con una tunica color granata, sguardo che s’allunga oltre la vita. Il quadro è esposto nella sala dedicata al «Gesù di Nazareth», pellicola del 1977, ma le pennellate assai cupe e piene di dolcezza lasciate sul cartoncino non raccontano il film, non fanno parte dei bozzetti di scena, né suggeriscono inquadrature della macchina da presa. Fermano piuttosto l’idea che, nel suo immaginario artistico, Franco Zeffirelli aveva di Cristo. Una profonda visione della vita che forse riserva «interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete», come il poeta ci insegna.