02 aprile 2024

«C’è ancora domani», un film di Paola Cortellesi

Netflix
1° aprile 2024

L’OPERA NON CARATTERIZZA L’IDENTITÀ NAZIONALE: PAROLA DI MINISTRO

La pellicola di Paola Cortellesi arriva in tv dopo quasi sei mesi dalla sua presentazione ufficiale del 18 ottobre scorso al Rome Film Festival. Della kermesse romana ho seguito molti lungometraggi, ma proprio questo, che aveva inaugurato il concorso capitolino, l’avevo volutamente tralasciato, ché già tanto clamore era riuscito a sollevare prima ancora di raggiungere il grande schermo. Il collega che l’ha recensito, infatti, comincia il suo articolo scrivendo: «… è in lizza per il primo posto». Una forte critica indirizzata all’enorme lancio pubblicitario organizzato con grande anticipo (forse troppo!) in favore di un film che, pur ottenendo altri riconoscimenti, non riuscì ad aggiudicarsi il premio più ambito. Scartato poi anche per la selezione delle pellicole internazionali da inviare agli Oscar, C’è ancora domani, resta un’opera importante, se non altro per il clamore sociale che ha scatenato.

Oggi va certamente riconosciuto a Paola Cortellesi il merito di essere riuscita a stravincere tanto al botteghino quanto sul piano delle discussioni. E forse sono queste che andrebbero approfondite per capire meglio le ragioni che hanno indotto la promozione a sollevare un polverone di chiacchiere ancor prima che la pellicola fosse presentata al pubblico e alla stampa. Una polemica silenziosa, infatti, cominciò a serpeggiare addirittura in sede di lavorazione (nel 2022), quando la sceneggiatura venne scartata dalla lista dei titoli che ambivano ai fondi pubblici erogati dalla Direzione generale cinema e audiovisivo del Ministero della cultura (di cui l’autorevole Franceschini era guardasigilli). L’opera, esaminata dalla commissione, risultò non idonea per «qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale». Le indiscrezioni, naturalmente, sono state rese note dopo l’uscita del film, ma, visti i «temi culturali» toccati dal soggetto cinematografico, è evidente che qualche contrasto politico c’è stato. E se è vero che violenza porta violenza, anche polemica porta polemica: così il seme del contraddittorio, nato insieme al film, appena ha invaso i social, ha immediatamente trovato terreno fertile per esplodere all’istante.

Il popolo italiano – che ha insito l’esempio medievale di Guelfi e Ghibellini – s’è diviso anche stavolta: taluni confermando, altri contestando il parere già espresso dalla commissione ministeriale. In sostanza: C’è ancora domani è o non è un film che ripropone artisticamente «fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale»? Cortellesi ambienta la vicenda, presumibilmente nel maggio del 1946: si stanno allestendo le urne per il referendum più importante della nostra storia; gli italiani devono scegliere se conservare la Monarchia o abbracciare la Repubblica; già da oltre un anno (2 febbraio 1945) si sa che anche le donne potranno andare al seggio; c’è per loro una doppia rivincita. La nazione, quindi, è in fermento, oppure no? La discussione è tutta qui.

Gli argomenti sui quali discettano questi taluni e questi altri, cioè il popolo – guarda caso – seguono sommariamente le tendenze di quei principi sociali che da sempre si riflettono nelle linee guida dei partiti politici. Così la pellicola, che vede una donna passare dalla sottomissione casalinga al riconoscimento elettorale, diventa (usando un linguaggio terra terra) troppo di sinistra per i taluni che sono di destra; i quali, però, visti dalla opposta fazione, non capiscono niente perché la nostalgia del fascismo li affranca a «estimatori di Alvaro Vitali» (così ho letto). Si sa, sui social le discussioni si alimentano solo se portate all’estremo! Tuttavia, secondo il parere della Direzione generale cinema e audiovisivo del Ministero, guidato dall’allora sommo Franceschini, C’è ancora domani non è un film che caratterizza un’identità nazionale, tant’è che gli sono stati negati i fondi; secondo le prospettive del senatore massimo Ignazio Benito La Russa, invece lo è, tant’è che sua è stata l’iniziativa di proiettare il film a Palazzo Madama il 23 novembre scorso. E ho detto tutto, chiosava Peppino De Filippo, in una famosa commedia con Totò.

Complimenti a Paola Cortellesi che, a sua insaputa, ha messo in ridicolo l’intero sistema relativo al SPQR, Senato e Popolo Repubblicano. (fn)
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C’è ancora domani, un film di Paola Cortellesi del 2023. Sceneggiatura, Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi. Con Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Vinicio Marchioni, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli, Gabriele Paolocà, Francesco Centorame, Lele Vannoli, Paola Tiziana Cruciani. Fotografia, Davide Leone; montaggio, Valentina Mariani; effetti speciali, Franco Galiano; musiche, Lele Marchitelli; scenografia, Massimiliano Paonessa, Lorenzo Lasi; costumi, Alberto Moretti; trucco, Ermanno Spera. Regia di Paola Cortellesi

Foto: Paola Cortellesi (© Claudio Iannone)

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