21 agosto 2023

Brevi riflessioni estive

TEATRO DI ROMA: IL MIO REGNO PER UN CDA

La settimana di Ferragosto segna idealmente il limite della stagione appena passata e l’inizio della successiva. Gli uffici organizzativi, intenti a perfezionare tempi e luoghi degli spettacoli invernali sono giustamente in vacanza. La sospensione agostana è di prassi: tutto è rimandato a settembre. D’altronde molti cartelloni sono già completi; titoli e date sono stati annunciati, e i palcoscenici dei maggiori teatri nazionali attendono soltanto il «chi è di scena» per riaprire il sipario. In realtà, però, sono ancora molte le compagnie che devono completarsi; non tutti i ruoli sono stati assegnati, ma – si sa – ogni locandina si può perfezionare anche all’ultimo momento.

07 agosto 2023

Incontro con Annamaria Giromella (3ª parte)

Sempre amici: Ninni con Mario Ferrero

A casa di Ninni,
11 giugno 2023

«LA LIBERTÀ HA SEMPRE GOVERNATO LA MIA VITA»

Ultima puntata dell’intervista con Ninni, storica insegnante di Dizione e Recitazione all’Accademia d’Arte Drammatica

TERZA PARTE

Fausto – Chi ti ha trasmesso l’educazione linguistica?

Ninni – Mio nonno. Dopo il mio primo anno d’età, mio padre – medico – morì e io e mamma andammo a vivere con i nonni. Lui era professore di filosofia, mia nonna insegnante di francese. Tutte le mattine quando mi svegliavo ascoltavo mio nonno che ripeteva a memoria brani dei grandi poemi greci e latini che a me sembravano una musica meravigliosa. Diceva che così esercitava la memoria per mantenerla viva. A me quella musicalità e quella precisione nel declamare i versi m’è rimasta nell’orecchio e nell’anima fino ad oggi. Poi, a otto anni, mia madre si risposò con una persona sbagliata e in me nacque lentamente un forte senso di ribellione. Dovevo andar via e a ventidue anni mi sposai. Avevo il consenso di mamma e organizzai un matrimonio senza nessun invitato. Non volevo cerimonie finte. Optai per un marito simpatico, ironico, intelligente e che condividesse la mia scelta. Si chiamava Mario Pogliotti, giornalista e autore di canzoni. Ci sposammo alle sette di sera a Monterosso, sulle Cinque Terre, il giorno dopo la data fissata (perché pioveva), con due pescatori che ci fecero da testimoni. Il matrimonio non durò molto, ma siamo rimasti legati da una profonda amicizia. Nel frattempo avevo conosciuto Raffaele Sposito, detto Faele, il padre di mia figlia Orsetta, un siciliano autore per la televisione e per il teatro con Antonio Amurri, Dino Verde e Guido Castaldo. Questa unione extramatrimoniale – non c’era ancora il divorzio e fui considerata un’adultera! – fece storcere il naso al Direttore generale della Rai che mi mise in castigo: fui così trasferita alle trasmissioni per l’estero. Mai punizione fu più gratificante: i programmi cominciavano alle 14.30 e per me che la sera ero sempre a teatro fu una svolta, la mattina potevo finalmente dormire. Nel 1957 ottenni l’annullamento di matrimonio e mi risposai.

Incontro con Annamaria Giromella (2ª parte)

Due immagini di Ninni (prese dal suo album)

A casa di Ninni,
11 giugno 2023

«IL PARLAR BENE È ALLA BASE DELLA NOSTRA EDUCAZIONE»

Continua l’incontro con Annamaria Giromella, insegnante all’Accademia d’arte drammatica per 38 anni; nel mondo del teatro e della recitazione sin dal 1953.
Da sempre tutti la chiamano Ninni

SECONDA PARTE

Fausto – Poco prima del 1980 è cominciato il boom televisivo. Sempre più canali, sempre più programmi. Sempre più scelta casalinga a buon mercato. Tutto ciò coincide con il decadimento del teatro e del cinema.

Ninni – Certamente la televisione non ha aiutato. Tuttavia non è solo la televisione che ha provocato questo corto circuito, ma qualcosa di più perfido che non si riesce ancora a mettere a fuoco. Qualcosa che ha cambiato la vita di ciascuno. Oltretutto, all’epoca, la palestra quotidiana degli attori era il palcoscenico, un confronto costante con il pubblico, un esame continuo, oggi gli allenamenti di recitazione si svolgono per lo più in uno studio televisivo, dove si lavora con ritmi e con concentrazione molto diversi dalla sacralità della scena. Il confronto diretto non esiste più, l’esito dell’esame è determinato dallo share e non dagli applausi. Un freddo numero rispetto alla vivacità dei beniamini.

Intervista con Annamaria Giromella (1ª parte)

Ninni Giromella (Archivio Nicolini)

A casa di Ninni,
11 giugno 2023

NINNI, NOVANT’ANNI DI TEATRO E GIOVINEZZA

Incontro con Annamaria Giromella, classe 1931, insegnante all’Accademia d’arte drammatica per 38 anni; nel mondo del teatro e della recitazione sin dal 1953.
Da sempre tutti la chiamano Ninni

PRIMA PARTE

Ninni – E a cosa devo l’onore di questa attenzione, per meritarmi un’intervista?

Fausto – Dopo 92 primavere ogni tua cosa merita la nostra attenzione.

N – Quindi è soltanto per una quantità di anni accumulata nella vita!

F – No. È la qualità del tuo carattere, della tua freschezza mentale, del tuo essere sempre giovane in mezzo ai giovani, e giovane anche più dei giovani, che a 92 anni diventa un ottimo motivo per intervistarti e scoprire qualcosa in più, di te e del tuo mondo.

N – Prima di tutto non sono ancora 92. Ad oggi, 92 anni fa, ero ancora protetta nel pancione della mia mamma: sono nata il 7 agosto 1931, a Carrara.

F – Allora, partiamo dal futuro…

N – Non mi prendere in giro.

01 agosto 2023

«Un’eredità di avorio e ambra» di Edmund de Waal

La collezione di netsuke, quel che resta di una grande famiglia

Erbalunga, 1° agosto 2023

LE EREDITÀ NON SONO MAI BANALI

Difficile stabilire se Un’eredità di avorio e ambra sia un volume che parli della famiglia dell’autore, o se indirettamente egli voglia svelare il passato remoto di se stesso, del suo gene – il più vituperato dell’umanità – della sua memoria che si riflette in sensazioni ed emozioni ma anche in dolori e delusioni, o se sia più semplicemente «un libro su certi oggettini giapponesi». Lui, lo scrittore, si chiama Edmund de Waal ed è tra i più noti artisti della ceramica. È nato nel 1964 nella Nottigham che fu il territorio dove Robin Hood cercò di riportare giustizia tra le classi sociali. La sua contemporanea opera artistica si plasma sulla tradizione inglese che sposa l’arte orientale. Gli «oggettini» in questione, invece, si chiamano netsuke, e pur essendo pezzi d’arte originari del Sol levante non hanno nulla in comune con l’attività di Edmund. Ma De Waal è anche un apprezzato storico dell’arte, e probabilmente sia lo studio universitario che la ricerca bibliotecaria hanno fatto leva per scoprire prima l’importanza artistica dei netsuke e poi l’incredibile storia di cui erano stati protagonisti involontari.

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