Carlotta Proietti e Gianluigi Fogacci |
IN CARCERE COME IN PALCOSCENICO:LA FINZIONE AIUTA A LEGGERE LA REALTÀ
Non è una trovata stravagante se, all’improvviso in ribalta, un attore (Raffaele Proietti, che poi interpreterà il ruolo del regista) chiederà al pubblico: «Secondo voi, che cos’è il teatro?» Gli spettatori, in verità, in quel momento, non si aspettano una simile domanda, così, diretta. In realtà, non hanno nemmeno capito se la commedia sia iniziata: d’altronde, le luci in sala sono accese, qualcuno in platea sta ancora prendendo posto, i cellulari non sono tutti spenti, eppure è evidente che lo spettacolo abbia già preso il via, se qualcuno s’affaccia in proscenio. Pirandello ce lo insegna: «La rappresentazione è cominciata, se io sono qua davanti a voi», fa dire al Dottor Hinkfuss, direttore di una compagnia pronta a dar vita a un tentativo di recita a soggetto (1929). Bei tempi per mettere a soqquadro un teatro! Oggi è meglio osservare l’interno di un carcere: è lì che si trovano le storie più incredibili da raccontare.