13 agosto 2025

Intervista con Maria Cristina Gionta

Erbalunga, 12 agosto 2025

«DIETRO IL SIPARIO SONO LIBERA DI PIANGERE E DI URLARE»

Per un’intervista sarà da usare la preposizione a o con? Questa domanda me la sono posta, per la prima volta in vita mia, sedendomi a tavolino a rileggere gli appunti presi circa un mese fa durante una piacevole chiacchierata con Maria Cristina Gionta, l’attrice che non t’aspetti, una ex ragazza dagli occhi magnetici che mantengono lo sguardo concentrato alla ricerca continua della linfa del sapere. In realtà tra le due preposizioni c’è poca differenza, questione di sfumature, ma la tendenza mira a sottintendere che dietro un’intervista a qualcuno ci sia un’istituzione (che sia una testata giornalistica o un ente privato o pubblico): ciò significa, senza scomodare regole ufficiali, che, usando il con, il rapporto tra intervistato e intervistatore si addolcisca e che i ruoli si sciolgano al dialogo sodale intorno alla questione che più ci sta a cuore: la scelta di un buon bicchiere di vino che accompagni il pasto, intorno al quale le esperienze professionali e i primi ricordi di palcoscenico di Maria Cristina facciano da miglior condimento.

04 agosto 2025

«Tacchi d’acciaio», romanzo di Marcantonio Lucidi

Erbalunga, 4 agosto 2025

«LA LIBERTÀ È UNA CHIAMATA»

Dopo circa tre mesi di estenuante clausura fisica nonché intellettiva, dovuta a una lunga, oppressiva e soprattutto calda, ristrutturazione casalinga, da sotto le macerie della fatica e della polvere, torna ad affacciarsi la copertina del libro di Marcantonio Lucidi che avevo messo da parte per riprenderlo a fine lavori e dargli giusto riconoscimento. Mi sentivo in debito con Lucidi. Un libro è un valore, quando è ben scritto, e maggior significato acquista quanti più particolari toccano, sfiorano, accarezzano la memoria e le esperienze di ciascun lettore. Tacchi d’acciaio, s’intitola: laddove i tacchi che «tacchettano senza tacchettio» sono, come si evince dalla foto di copertina, quelli di una donna vivace, emancipata al limite della spericolatezza, di carattere fermo, certamente dotata di grande femminilità e intelligenza, cosciente della propria vulcanica esuberanza d’artista ribelle, ma senza troppa ambizione e senza animosità femminista, argomento che più volte viene esaminato alla luce del sole o anche in controluce, ossia dalla parte dei maschi. Giovanna, Gio’ per gli amici, è la baronessa Bruno di Belmonte di nobile schiatta siciliana, e dovrebbe essere – il condizionale è più che giustificato – la protagonista del romanzo. Con lei, e con le sue abitudini un po’ stravaganti e un po’ altezzose e talvolta tenerissime, si alternano alcune figure maschili, tra cui quel Maurice, francese d’origine, che guarda caso porta lo stesso cognome dell’autore.

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