02 ottobre 2025

«Titus» (Shakespeare); adattamento e regia, Davide Sacco

Roma, Teatro Quirino
1° ottobre 2025

NON È PRUDENTE FAR ENTRARE I VINTI IN CASA PROPRIA

Premessa. La recensione è corredata di un’immagine insolita (e provocatoria) per mancanza di altre fotografie decenti da pubblicare: una sola sul sito del Quirino e a bassissima risoluzione (non utilizzabile), e altre poche, rintracciate sul web, che ritraggono solo primi piani insignificanti. Inoltre è vergognoso che chi vuole occuparsi della fatica degli attori debba andare a elemosinare, a notte inoltrata, tramite conoscenze, la distribuzione delle parti, soltanto perché non si vuol stampare una locandina con personaggi e interpreti e quindi rendere gli attori riconoscibili. Queste difficoltà sono il segno evidente che in teatro nessuno ha più voglia di lavorare con professionalità, decoro e rispetto: soprattutto non si pensa più al bene degli attori. Unico obbiettivo oggi è risparmiare il più possibile: ma il teatro è un mestiere faticoso e non accattonaggio. Caro Coppolino, se fai salire tua figlia in palcoscenico, hai il dovere (da produttore e da padre) di darle un’identità; se non la rendi riconoscibile al pubblico, hai cancellato tua figlia. Ci vuole la locandina con la distribuzione del cast: è indispensabile per essere un buon produttore. E penso che, in qualche modo, possa giovare anche al genitore!

A Davide Sacco che nel sottotitolo chiede apertamente Why don’t you stop the show? (perché non volete fermare lo show?) rispondo: perché fuori c’è aria di guerra e preferisco la guerra finta in palcoscenico, preferisco l’odio fittizio dei personaggi inventati da un grande autore, anziché attraversare la strada – come realmente è accaduto al termine dello spettacolo – e trovare un muro di polizia, in divisa antisommossa, schierato, a mezzanotte, a difesa di Palazzo Chigi per paura di attacchi sovversivi ai danni della sede del governo. Tralasciamo i motivi che possono essere tanto giusti quanto sbagliati, ma credo sia sufficiente questa apocalittica visione notturna per far luce sullo spaccato cruento e crudele ideato da Shakespeare e rielaborato da Sacco. Il «Tito Andronico» è certamente la tragedia più sanguinaria del Bardo, e la riscrittura non ne ha risparmiato nemmeno una goccia, se non la carneficina dei molti personaggi soppressi dal testo originale.

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