22 giugno 2009

«Scovando l’uovo» di Vincenzo Mascolo

IL SOFFUSO CONTROCANTO DI MASCOLO

Dalle primissime parole che Mascolo usa nell’introduzione alla sua nuova raccolta poetica non si può (e non si deve) sottovalutare l’enorme rispetto che l’autore ha nei confronti del proprio lettore. E allora io mi metto nei panni del lettore, quale d’altronde sono, e scrivo in prima persona. Vincenzo Mascolo avvisa che le introduzioni spesso mettono a disagio chi si appresta alla lettura di un volume, ma – ci fa capire, chiedendoci quasi scusa – che stavolta non se ne può fare a meno. Egli è, in un certo senso, costretto dall’argomento affrontato: toccando «problematiche così complesse e delicate, in molti casi addirittura drammatiche». Io, lettore, mi spavento un po’ e corro più attentamente a osservare la copertina e rileggo: Scovando l’uovo. Sì, è a tutti gli effetti un libro di poesie, ma il sottotitolo tra parentesi (appunti di bioetica) potrebbe forse allarmarmi, sicuramente mi accende qualche sospetto. Allora Mascolo, con le sue parole, cerca di prevenirlo, preparandomi e accompagnandomi alla degustazione delle quartine, portandomi a braccetto per qualche pagina in cui riassume in breve una precisa e chiarissima dottrina sulla storia letteraria della bioetica, non senza qualche considerazione personale.

Quindi, dopo aver compreso i timori dell’autore, e averli condivisi appieno, m’imbatto nella prefazione di Angiuli, colui che ha sollecitato la pubblicazione e che si sente, a questo punto, in difficoltà col dover competere con «qualcuno che sa il fatto suo»: l’autore appunto. Compito ingrato, ma risolto con grande arguzia e raffinatezza. Finalmente arrivo alle poesie: che si leggono tutte d’un fiato; che delle presunte difficoltà poste dall’argomento di cui trattano, non se ne vede l’ombra; delicate ed eleganti, restano alla lettura leggere e comprensibili; mai prive d’ironia, quella attenta e precisa, non eccessiva, ben dosata perché realistica e intelligente.

Insomma, viene spontaneo chiedermi: ma perché, allora, tutti quei preamboli allarmistici? perché tutte quelle avvertenze minate? perché quei timori? Ecco che, colto da un improvviso maldestro dubbio, riprendo a sfogliare le pagine scritte in prosa: sorvolo su quelle dell’autore che ricordo meglio, e mi tuffo con più energia intellettuale sulla prefazione, rintracciando lì le mie prime soddisfazioni. Eh sì, è così, ha ragione l’Angiuli: «si tratta di una proposta provocatoria che tocca il massimo dello spiazzamento nell’offrirsi in forma di quartine… sgambetto retorico finalizzato a formulare profonde interrogazioni…»

In definitiva capire di bioetica non è poi così complicato, almeno da un punto di vista poetico; e per di più divertirsi con una scienza all’avanguardia è assolutamente possibile. I versi di Mascolo mi hanno dato queste certezze che prima non avevo. E per tale dono debbo ringraziarlo. Mi sono immerso nella lettura del suo uovo scovando un mondo letterario che non immaginavo potesse appartenermi così da vicino. Colpa mia, naturalmente: non avevo mai preso in considerazione la traduzione poetica dell’argomento bioetica (la rima naturalmente è involontaria), materia soltanto in apparenza ostile alla poesia, ma che invece vivisezionata dall’occhio del poeta acquista un calore razionale molto più appassionato e vivo.

Ma non è finita qui, perché la più grande soddisfazione dovevo ancora averla. Dopo la parte dedicata ai versi, l’autore, non contento di aver spiazzato prima l’intellettuale Angiuli e poi il lettore, si è tolto lo sfizio di depistare anche lo scienziato, il professore! Nella postfazione, infatti, la professoressa Palazzani (che tra l’altro è vicepresidente del Comitato Nazionale di Bioetica) adopera nel linguaggio un’eccessiva cautela, temendo, dall’alto della sua Dottrina, di poter cascare in qualche tranello tesogli da queste quartine zeppe d’ironia. S’evince che la professoressa intimamente si sia trovata davvero in imbarazzo, spiazzata appunto, dal dover ammettere che con l’eleganza della poesia si possa trattare col sorriso anche un argomento ultra-scientifico, legale e drammaticamente attuale. In effetti è vero: come potrebbe, un professore, ridere della sua materia? Il suo animo e la sua coscienza, giustamente, non sono subito predisposti!

Più in generale, il problema è che oggi, attraverso la confusa disinformazione televisiva, noi tutti possiamo arrivare direttamente, pur se con una superficialità spaventosa, alle fasi drammatiche delle cronache che vedono protagonista la bioetica, piuttosto che mettere a fuoco con una sagacia sottile e arguta i profondi quesiti che l’argomento dovrebbe smuovere nelle nostre coscienze. A questo proposito le sintetiche sonorità di Mascolo sono un controcanto in falsetto – ironie delicate che sanno rendere percepibile l’effetto appena con un soffio – sia alla voce degli autorevoli solisti, sia al coro delle piccole indaffarate coscienze della moltitudine. (fn)
____________________
Scovando l’uovo (appunti di bioetica) di Vincenzo Mascolo. Editore: LietoColle
Isbn: 978-88-7848-476-4. Prezzo: € 10

Pour vous