17 settembre 2025

Giuseppe Patroni Griffi, revocati i diritti del primo romanzo

Roma, 17 settembre 2025

«ROSALINDA SPRINT È UN PERSONAGGIO LETTERARIO»

La frase riportata nel titolo, che oggi suona come una sentenza postuma, in verità fu un’asserzione convinta dell’autore: posso testimoniarlo personalmente (e non soltanto io). Qualche giorno fa gli eredi dei diritti Siae di Giuseppe Patroni Griffi, scomparso il 15 dicembre 2005, a 84 anni, hanno deciso, a vent’anni dalla morte dello scrittore, di «non autorizzare più alcuna rappresentazione dell’opera Scende giù per Toledo», romanzo pubblicato per la prima volta da Garzanti nel febbraio 1975. Una decisione che ha colto di sorpresa qualche addetto ai lavori teatrali, già in procinto di riallestire la propria performance. Nessuno sgambetto, però: chi deteneva i diritti e già aveva programmato lo spettacolo per la stagione che sta per cominciare non sarà messo in difficoltà; ancora per un anno potrà beneficiare del consenso. Decisione molto corretta, anche se probabilmente lascerà l’amaro in bocca a qualcuno.

Rosalinda Sprint, il femminiello protagonista della storia inventata da Patroni Griffi, in una Napoli trafitta dal degrado postbellico ma poetica e strafottente, è un travestito che vive d’amore e di sesso, tra la lucentezza immacolata del mare e i sudici miasmi della miseria, tra le speranze riposte nel «collo alla Stuarda» di un paltò cucito su misura e la più cruda realtà dell’amica Baronessa che «perde fiato dal culo». Rosalinda rincorre la sua autentica passione – forse immaginaria, forse no (non ha alcuna importanza) – con l’apprensione («va di fretta») di chi sa che il tempo della felicità sta per scadere, ma vive della sua naturale strafottenza con grazia, ancheggiante e flessuosa, come il linguaggio allegro, moderato, con brio, che l’autore usa per costruirle la cornice dorata di un mondo letterario nel quale lei (o lui) sa di non far parte, ma nel quale ci si trova benissimo, a suo agio persino nell’afflizione.

Raffaele La Capria a tal proposito scriveva: «L’italiano di Patroni Griffi restituisce in lingua, non solo la dolcezza, la vivacità e l’ironia del napoletano, ma anche la sua musica, la cadenza, la fonia, l’ammicco… la lingua e il contenuto del libro si identificano nell’iperbolico». Di questo l’autore ne era più che cosciente: la storia, i fatti vissuti da Rosalinda nel romanzo, Patroni Griffi li immaginò in poco tempo: il personaggio è nato spontaneo da qualche ricordo personale associato a una talentuosa fantasia. Tuttavia, quando mi trovai a parlare del libro, egli stesso mi confessò che aveva impiegato undici anni per cesellare la forma letteraria, il carattere lessicale che doveva contrastare una costante ambientazione certamente prosaica e, per l’epoca, anche oscena. Era il 1964, quando Rosalinda nacque dalla penna dello scrittore.

E quando, molti anni dopo, l’autore ebbe una proposta per cedere i diritti del suo primo romanzo per un adattamento teatrale, commentò con il suo tipico graffio di animale ferito: «Ma questi sono pazzi! Non hanno capito che il primo adattamento teatrale l’ho fatto io con Persone naturali e strafottenti», commedia del 1975, lo stesso anno della pubblicazione di Scende giù per Toledo. Una casualità? Nient’affatto. Durante gli undici anni di gestazione, Patroni Griffi ha sentito la necessità di non lasciar morire le tante combinazioni letterarie suggerite da Rosalinda Sprint e dal suo entourage, ma di raccoglierle in un gioco teatrale, dal linguaggio opposto, dove alcuni personaggi, fuggiti dalle pagine del romanzo, hanno trovato asilo in palcoscenico per dar vita a quegli episodi, battute, e situazioni che erano state escluse dall’originale.

In questo doppio processo letterario (romanzo e commedia) c’è una raffinatezza, non esplicita, ma che dovrebbe essere un segnale forte, quasi un avvertimento: il personaggio protagonista del romanzo – Rosalinda Sprint – non appare nella commedia, mentre Mariacallàs, figura emergente in palcoscenico, è chiaramente costruita sulla stessa matrice dello scritto letterario. Rosalinda Sprint, dunque, va protetta e costudita nelle pagine di un libro, con la sua lingua, ancheggiante e flessuosa, piena di grazia, e non può essere esposta al pubblico ludibrio. Era questa la volontà di Peppino.

Oggi, dopo vent’anni, durante i quali i diritti per le rappresentazioni sono stati concessi con generosità, gli eredi (sono quattro e sono i nipoti di Aldo Patroni Griffi Terlizzi, prima amico e poi figlio adottivo dello scrittore) hanno deciso di sospendere le autorizzazioni alle rappresentazioni di Scende giù per Toledo. «Recentemente – scrivono – siamo venuti a conoscenza di alcune volontà dell’Autore, sia attraverso biglietti, lettere private e testimonianze dirette dei suoi collaboratori. Giuseppe Patroni Griffi non ha mai inteso realizzare un adattamento cinematografico basato sul racconto, così come non ha mai portato l’opera sulla scena teatrale».

Obbiettivamente Patroni Griffi aveva tutte le possibilità di scrivere un adattamento cinematografico (o teatrale) del personaggio di Rosalinda Sprint, non era nuovo a queste imprese: se non lo ha mai fatto, un motivo doveva averlo. Alla sua morte, però, i diritti furono concessi da Aldo Terlizzi; e i nipoti, colti di sorpresa dalla prematura scomparsa dello zio, ancora poco informati sull’eredità che si apprestavano a gestire, hanno continuato a elargire i diritti. Avere il controllo su un lascito letterario, non è la stessa cosa che amministrare un immobile: ci vuole preparazione, una conoscenza approfondita, quasi «una accurata sensibilità culturale», disse La Capria, mentre affettuosamente ricordava il suo amico scomparso. «Peppino era il più talentuoso di noi, quello dotato di un ingegno multiforme, di una creatività originale e sorprendente, eppure non ha mai voluto pensare alla sua opera di scrittore così come pensava ai suoi personaggi». Era un elogio, sì, ma anche un dolce rimprovero. (fn)

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