26 giugno 2024

Le terne delle Maschere del teatro italiano 2024

Roma, Teatro Argentina
24 giugno 2024

SNOBBATO IL MIGLIORE SPETTACOLO DELL’ANNO

Nel giorno dedicato a San Giovanni, al teatro Argentina di Roma, sono state nominate le terne che concorreranno al premio delle Maschere del teatro italiano 2024. Ora spetterà a una folta giuria di oltre mille professionisti del settore promuovere i vincitori di ogni categoria. I sedici giurati prescelti, considerati esperti, tra i quali anche il sottoscritto (che quest’anno ha visto riconosciuta la fatica di una frequentazione quasi quotidiana di platee grandi e piccole della capitale), sono stati convocati sul palcoscenico principe del Teatro di Roma per selezionare i nomi dei magnifici designati. Il riconoscimento teatrale, ideato nel 2002 da Luca De Fusco e da Maurizio Giammusso, a cui va un affettuoso saluto, da quest’anno è promosso e organizzato dalla Fondazione Teatro di Roma con il Patrocinio dell’Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo). La kermesse, giunta alla 21ª edizione è stata presieduta da Gianni Letta. La cerimonia conclusiva della premiazione si terrà il prossimo 5 settembre al Teatro Argentina e sarà seguita da Raiuno.

La sintesi della notizia principale merita sempre le prime righe d’apertura di un articolo di cronaca, quindi, rispettando la buona regola giornalistica, s’è dato subitaneo spazio al comunicato. Eppure, a causa di un piccolo contrattempo di cui sono stato vittima raggiungendo il teatro, ho avuto il piacere d’imbattermi nel direttore di palcoscenico, o (come si usa dire) responsabile del settore tecnico, quel «cattivone» di Sandro Pasquini, il quale mi ha accolto nella sua «stanza delle torture» e, impossessatosi della mia scarpa, con una veloce passata di bostik, in pochi minuti, l’ha rimessa in saldo. Mentre la colla faceva presa abbiamo scambiato qualche parola subito confidenziale, in presenza di altri suoi colleghi, per onorare una verità rimasta sospesa su alcuni episodi abbastanza recenti che lo hanno assai ferito. Il Pasquini pare sia stato coinvolto in un’inchiesta per motivi che a leggerli quasi vien da sorridere tanto sembrano pretestuosi. Questi son fatti che certamente non riguardano il divertissement del premio, piuttosto rientrano in un contesto che non avrebbe mai dovuto infettare l’ambiente di un palcoscenico, dove gli effetti della burocrazia e l’intromissione dei sindacati hanno, sempre e soltanto, operato contro il teatro. Se un palcoscenico è pulito, se un palcoscenico è in ordine, se un palcoscenico funziona in ogni sua parte, il merito è di chi osserva certi criteri di manutenzione che a volte devono essere severi. Per usare una chiara metafora: se le corde sono tese – e quante ce ne sono tra le quinte dell’Argentina – e le vele ben spiegate, la nave procede svelta e senza intoppi tra le maree, altrimenti alla prima burrasca si rischia il naufragio dell’intera ciurma. Allo Stabile di Roma la burrasca c’è stata, ed è durata due anni pieni di commissariamento – e Pasquini ne sa qualcosa – ma il veliero ha resistito indenne e i marinai sono ancora a bordo. Questo è quel che conta.

Torniamo al premio. La giuria dei 16 esperti, composta, oltre che da Gianni Letta, da Francesco Siciliano, Giulio Baffi, Donatella Cataldi, Carmelita Celi, Tommaso Chimenti (assente), Franco Cordelli, Tiberia De Matteis, Masolino d’Amico, Maria Rosaria Gianni, Katia Ippaso, Tommaso Le Pera, Roberto Mussapi, Simonetta Trovato, Walter Zambaldi e il sottoscritto, sotto l’attenta supervisione di Luca De Fusco, s’è radunata prima a porte chiuse per decidere le sorti delle categorie che riguardano luci, scene, costumi, musiche, monologo e interprete emergente; poi, dopo una breve pausa, durante la quale s’è lasciato entrare il pubblico in sala, ha preso in esame quelle dei migliori attori (divise tra i canonici quattro raggruppamenti), del regista e della più bella rappresentazione. Premetto che la terna della categoria più importante – migliore spettacolo – probabilmente non soddisferà le aspettative della maggioranza. Più volte, infatti, durante la seduta, s’è raccomandato di accostare ai nomi più famosi anche quelli di artisti meritevoli ma meno conosciuti. Giustissimo. Sacrosanto. Concordo in pieno. Tuttavia un simile ragionamento, secondo me, non può poi permettersi di snobbare lo spettacolo perfetto dell’anno, quello di Peter Stein.

Crisi di nervi, il trittico cechoviano curato dal regista tedesco, ha debuttato il 10 maggio scorso al Biondo di Palermo (qui la recensione), volando poi al Menotti di Milano per chiudere lì la tournée. Sarebbe stato opportuno, e anche corretto, non prenderlo in considerazione per le terne di quest’anno, rimandando ogni valutazione alla prossima stagione quando sarà in tournée più ampia. Invece, s’è insistito per inserirlo nella lista: per cui Peter Stein, votato come regista quasi all’unanimità (ma «a fiducia» perché l’allestimento è stato visto soltanto da tre dei magnifici 15 presenti), ha raccolto per il suo spettacolo appena una manciata di preferenze. Peccato, perché avrebbero meritato la nomination anche i pregevoli costumi di Anna Maria Heinreich, e le straordinarie interpretazioni di Alessandro Averone (in primis), di Gianluigi Fogacci e Alessandro Sampaoli. Speriamo nella prossima premiazione si possa far giustizia.

Inoltre, sottolineo, i due titoli eletti a sorpresa (di Ferracchiati e Pistone) si sfideranno col colosso Goldoni/Lavia, ed è plausibile che avranno poche chance: tanto più numerosa è la giuria, quanto più probabile diventa il successo del più rinomato. Ho scritto probabile!

Molto più equilibrata sembra la terna per la regia, che vede accendersi una maestosa contesa tra Lavia, Popolizio e Stein; ma il discorso per il tedesco potrebbe ripetersi: quanti lo voteranno, visto che in pochissimi hanno avuto la possibilità di ammirare il suo eccelso lavoro? Con questi presupposti sarebbe stato più coerente proporgli un meritatissimo premio alla carriera. Se i mille giurati non avranno visto il suo spettacolo difficilmente potranno valutarlo: così si rischia di fare un buco nell’acqua.

Bilanciati anche i tre migliori attori protagonisti (che in effetti son quattro): la coppia Orsini/Branciaroli se la vedrà con Pierobon e Popolizio. Non avendo io visto I ragazzi irresistibili (che a Roma passerà la prossima stagione) mi concentrerei sul De Gasperi di Pierobon. Molto interessante e agguerrita anche la gara nella parallela categoria al femminile tra Di Martino, Paiato e Ranzi. Sfida sulla quale non oso pronunciarmi.

Per i non protagonisti mi sento corresponsabile per aver caldeggiato la candidatura di Giovanni Crippa (eccellente ambasciatore nel De Gasperi: l’Europa brucia), menzione che è stata raccolta e promossa dai colleghi. Anche la presenza di Santospago, ottimo Cristofolo nel Goldoni firmato da Maccarinelli, mi trova pienamente d’accordo. Outsider, il veterano Verdastro, attore di notevole esperienza.

E qui mi fermo: sulle candidature delle attrici non protagonisti non posso esprimermi, non avendo visto i loro spettacoli. Mi spiace, tuttavia, che Mersila Sokoli sia stata (secondo me ingiustamente) presa in considerazione nella terna degli emergenti, dove oltretutto è passata, in un batter d’occhio, dalla prima alla quarta posizione; meriterebbe di più e dispone ormai di spalle forti per affrontare le categorie maggiori.

Si diceva di dare spazio ai nomi poco conosciuti di artisti meritevoli. E allora, avendo recensito tantissimi spettacoli nei teatri cosiddetti off, mi piacerebbe nominare qui di seguito coloro che sono rimasti avvolti nell’oscurità, non per negligenza o dimenticanza, ma per obbiettiva impossibilità numerica (avendo ciascun giurato solo tre voti a disposizione). Naturalmente l’elenco che sottoscrivo è personale e prescinde da qualunque giudizio della giuria.

Tra i registi vorrei ricordare: Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli (I cuori battono nelle uova, spettacolo a mio avviso incantevole); Michele Sinisi (I masnadieri); Antonio Grosso (Un principe in arte Totò).

Tra gli attori e le attrici almeno: Sara Putignano, Antonello Pascale, Anna Mallamaci, Elena Ferri, Marco Quaglia, Aurora Spreafico, Lorenzo Ciambrelli, Elisabetta Mandalari, Carlo Ragone, Matilda Farrington. Tutti bravissimi e in attesa di maggior fama. (fn)
____________________
Premio le Maschere del teatro italiano 2024. XXI edizione. Le terne finaliste. Teatro Argentina, 24 giugno 2024

Foto: © Achille Le Pera


Pour vous