STRABIOLI RICORDA MISTINGUETT E LA NOSTRA WANDISSIMA
La stagione dell’Off/Off di via Giulia si apre sotto il segno del sorriso, dell’allegria e della spensieratezza: merito di Silvano Spada, che malgrado l’apparenza accigliata e talvolta anche ombrata da qualche nuvolaglia, conserva un animo giovanile e vitale, addirittura giocoso, tant’è vero che è riuscito ad assemblare uno spettacolo pieno di brioso entusiasmo e di bella gioventù. Pino Strabioli tiene ben alta l’asticella della simpatia e della convivialità, portando in scena anche quel piacevole garbo che si potrebbe facilmente confondere per affettazione antiquata, ma che, per fortuna, contrasta un presente assai sguaiato. E non soltanto per il lessico. Anzi, è doveroso sottolinearlo, l'intero spettacolo riesce ad evitare i facili eccessi boccacceschi.
L’idea di rievocare il varietà resta una «dolce chimera» che, come cantava Achille Togliani, «fai sognare in un mondo di rose tutta la vita». Per questo motivo – immagino – Spada s’è cautelato proponendo uno spettacolo ancora in prova: cioè, allestendo quel momento in cui tutto sembra pronto, ma in realtà ancora nulla è definitivo. Una trovata vincente che fa passar per buona anche qualche scelta azzardata. Sono proprio le rose – il senso delle rose – con la loro esile ed elegante semplicità, le grandi star assenti di questo coraggioso tentativo di riproporre un genere teatrale che negli anni Trenta, e per oltre un ventennio, illuminò le ribalte dei teatri nazionali, regalando allegria, divertimento e spensieratezza in un’epoca che ne aveva davvero bisogno. Ma sicuramente il giorno del debutto, verrebbe da dire, quando tutto sarà davvero pronto, anche le rose avranno in ribalta il posto che meritano.
Strabioli in un interessante e (troppo) veloce prologo storico – che lui ironicamente definisce lezioncina – ricorda i grandi nomi del teatro varietà, partendo dalla Francia dove, già negli anni Venti del Novecento, Jeanne Florentine Bourgeois, in arte Mistinguett, insieme con Maurice Chevalier e Josephine Baker diedero vita al primo varietà sul palcoscenico delle Folies Bergère a Parigi. Poi, dopo aver ricordato Gene Kelly da Broadway, Strabioli atterra in Italia, dove l’attendono i nomi altisonanti di Wanda Osiris con le sue rose (appunto!), di Anna Magnani e Totò, Aldo Fabrizi e Macario, fino a Valter Chiari e Delia Scala. E tanti, tantissimi altri. Strabioli si sofferma sulle due divine: la Magnani e la Osiris raccontando anche alcuni simpatici aneddoti con il «commendator De Sica» protagonista; un diversivo che gli regalano di diritto, oltre al già prestigioso ruolo di presentatore, anche quello di comico. Sì, perché, purtroppo, colui che è stato definito «il comico» Santillo Fiorillo, in verità, proprio come comico, lascia un po’ a desiderare: tuttavia, con tutte quelle movenze, quel gran gesticolare di braccia e mani, con un paio di accorti suggerimenti del compianto Elio Pandolfi, come diva del muto, Fiorillo incanterebbe anche i più scettici.
La rosa, dicevamo, rappresenta la freschezza e la festosità, la frivolezza e quella tenue vanità che è il teatro del varietà, «paradiso di voluttà». All’Off/Off s’è cercato di restituire quella leggerezza e quell’aria festosa e incantata, grazie soprattutto alle riuscite creazioni video di Fabio Massimo Iaquone, il quale ha sfruttato le pareti laterali della platea, non solo per allargare idealmente lo spazio scenico, ma per avvolgere il pubblico nei colori e nelle stelle di luce filante, miste a qualche proiezione di una Roma più felice e luminosa di quella di oggi, dove nella notte risplendevano le insegne del Piper, del Jackie O’ e di altri locali che seguirono (al chiuso) i fasti della Dolce vita a cielo aperto di via Veneto.
Il varietà, nel nostro immaginario, è musica e ballo «per donnine» in abiti succinti, e Francesco Spizzirri ha ideato audaci coreografie, per cinque aitanti e agili fustacchioni – «rigorosamente maschi», annuncia Strabioli con soddisfatto giubilo – i quali, per chi non avesse ancora bene inteso, mostrano pettorali, addominali e anche altre varietà muscolari, rigidamente obbedienti ai ritmi musicali che, dal lontano Saturday night fever, giungono fino agli ultimi recentissimi successi, come Ho visto lei che bacia lui che bacia lei, che bacia me... All’improvviso, richiamato da un riflesso di Gaber, irrompe in scena, chitarra e bretelle, Pierfrancesco Poggi, chansonnier d’altri tempi e d’alta classe, simpatia sempre contagiosa, il quale sceglie di omaggiare Lucio Battisti: bellissime canzoni, emozioni per i più nostalgici, una piacevole performance anche di notevole livello artistico che è riuscita a coinvolgere l’intera platea, ma che solleva un quesito: perché proprio Battisti se si sta rievocando il varietà? È una domanda a cui non ho ancora trovato una logica risposta.
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Off/Off ⋆Variety, uno spettacolo di Silvano Spada. Con Pino Strabioli (il presentatore), Pierfrancesco Poggi (il cantante), Giulia Di Quilio (la prima donna), Santillo Fiorillo (il comico). Corpo di ballo: Manuel Bartolotto, Alessandro Gioffrè, Aldo Iucci, Biagio Pagano, Davide Rosa. Francesco Spizzirri (coreografie), Fabio Massimo Iaquone (creazioni video), Umberto Fiore (allestimento scenico e luci), Giuseppe Bambagini (costumi), Silvano Spada (regia). All’Off/Off, fino al 19 novembre
Foto: Giulia Di Quilio, Pino Strabioli e Santillo Fiorillo (© Giovanna Onofri)
Pubblicato anche su Quarta Parete il 08/11/23