29 aprile 2025

InDivenire Festival | VI edizione

Roma, Spazio Diamante
29 aprile 2025

IN SCENA SEDICI STUDI IN CERCA DI UN ALLORO

Giunge al sesto anno il Festival InDivenire ideato da Alessandro Longobardi. La kermesse teatrale, che apre le porte soprattutto alle compagnie di ultima generazione, quest’anno offre, allo Spazio Diamante, un calendario con 16 appuntamenti, divisi in otto serate, ciascuna con due corti, alle 20.00 e alle 21.30. Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito internet. A fare gli onori di casa per la presentazione è Giampiero Cicciò, direttore artistico sin dall’edizione inaugurale del 2017, il quale illustra con pacata disinvoltura e signorilità il fitto cartellone. Esordisce puntualizzando che si tratta di una vetrina, oramai consolidata, per artisti soprattutto emergenti. Non tutti, però, si possono considerare ragazzini, anche se l’aria che si respira in sala è proprio quella della freschezza e della giovialità, dell’inesperienza e dell’entusiasmo: caratteristiche tipiche dei più giovani. Un’atmosfera che fa bene al teatro e che, sulla carta, regala speranza e meritocrazia. Insomma, educazione teatrale.

Dei 78 progetti arrivati in sede, dopo la pubblicazione del bando, nei sono stati selezionati soltanto sedici: «Quelli che sono parsi i più completi e professionali», dice Cicciò che li ha esaminati insieme a Sonia Barbadoro e Andrea Pocosgnich. Una giuria «composta da affermati professionisti del settore» valuterà, quindi, il lavoro compiuto, che davvero finito non sarà. InDivenire, infatti, suona come un campanello di partenza per un lavoro che si svilupperà con il tempo. Non si tratta di spettacoli veri propri, ma di studi per la scena; come fosse un contributo sostanzioso di un progetto che diventerà spettacolo. I partecipanti avranno 25 minuti al massimo per illustrare al meglio la loro proposta che in caso di vittoria, sarà sviluppata e potrà completarsi in un allestimento da portare in giro per l’Italia.

Un trampolino di lancio che Alessandro Longobardi, mecenate dell’iniziativa con la Viola Produzioni, offre a chi vuole mettersi in gioco con tematiche che – da quel che s’è appreso e compreso durante la presentazione – ruotano tutte attorno ad argomenti che ci coinvolgono più o meno direttamente: dalla guerra al sistema capitalistico, dalla politica alla sempre più frenetica comunicazione. Tutti spunti «rubati» alla quotidianità, alla cronaca sociale. L’augurio, naturalmente, va a tutti i partecipanti e in particolar modo a tutte le donne: sul palco – evviva, evviva – sono sfilate tante rappresentanti femminili, «molto più del consueto», è stato sottolineato. Una novità che dovrebbe regalare un sospiro di sollievo a chi vedeva il teatro un ambiente riservato ancora al genere maschile: la barriera è stata definitivamente infranta. È il primo traguardo di questa sesta edizione del festival «adamantino». Un motivo in più per brindare al successo prima ancora di cominciare.

Si diceva del grande entusiasmo dei protagonisti, ebbene, il palcoscenico s’è trasformato in una fonte generosa di energia giovanile certamente, ma soprattutto, quel che m’ha toccato maggiormente, è stato lo spirito di collettività di ciascuna compagnia. Ogni progetto presentato è parso il frutto di un lavoro di squadra, in cui ognuno ha offerto il suo contributo fondamentale (e non marginale). Non c’è mai stato un eccesso di protagonismo. L’ego – quel brutto virus che sta uccidendo la ragione d’esistere dei social – è stato bandito, anzi dimenticato. Allora mi chiedo (pur sapendo che in molti casi la risposta verte sul risparmio economico degli investimenti), perché i cartelloni teatrali traboccano di spettacoli scritti, diretti e interpretati da un solo egocentrico individuo che poi si occupa anche della scena e dei costumi e magari anche della scelta musicale e delle luci? Perché non mantenere questa capacità collaborativa che, in assenza del genio, è senz’altro molto più benefica della solitudine dell’esclusività?

In attesa dell’11 maggio, giorno della premiazione, in cui saranno incoronati i vincitori con ben 13 premi, godiamoci il festival e suoi sedici studi. (fn)
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InDivenire Festival (VI edizione), ideato da Alessandro Longobardi. Direzione artistica di Giampiero Cicciò. Il Festival è rivolto a compagnie di professionisti del teatro (senza un limite di età) che possono presentare progetti per il palcoscenico in forma di studio (della durata minima di 20 minuti e massima di 25). Ufficio stampa, Maya Amenduni. Allo Spazio Diamante dal 29 aprile all’11 maggio

Foto: Il manifesto del Festival

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