«CADEVANO LE BOMBE COME NEVEIL 19 LUGLIO A SAN LORENZO»
«Cadevano le bombe come neve / il 19 luglio a San Lorenzo…», cantava, già 42 anni fa, Francesco De Gregori quando volle ricordare, alla sua maniera, il tragico bombardamento che rase al suolo il quartiere romano, nel 1943. In poche ore vennero sganciate dagli aerei alleati più di 4.000 bombe: interi palazzi tra via dei Volsci, via dei Reti e via dei Latini crollarono seppellendo migliaia di vittime. Alla fine si contarono oltre 3.000 cadaveri, soprattutto donne, anziani e bambini. La maggior parte degli uomini stavano al fronte. Qualcuno addirittura era stato spedito in Russia: come Alfredo, il marito della sora Agnese, protagonista della delicatissima commedia di Gianni Clementi in scena al teatro Roma, fino al 15 dicembre.
Quella mattina d’estate la sora Agnese corre in chiesa a liberarsi di un peccato veniale, un innocente sogno licenzioso, che le astinenze imposte dalla guerra (Alfredo mancava da casa da due anni) e un improvviso impeto del confessore trasformano l’atto del sacramento in un clandestino e irrefrenabile incontro più intimo in sagrestia. Quindi lo scoppio delle bombe e il crollo di una parte della chiesa sorprendono don Nicola e la sora Agnese ancora distesi sul divano e mezzi ignudi: peccatori improvvisati e amanti involontari, i quali – il tempo di riprendersi dallo spavento per lo scampato pericolo – si accorgono che i loro vestiti sono incastrati tra le macerie.
La stella di San Lorenzo è l’unica, a notte fonda, che da lassù, attraverso il tetto squarciato della chiesa, riesce a scorgere il sincero imbarazzo e il devoto pudore dell’inconsueta coppia di adulteri: se una è ufficialmente sposata, l’altro s’è impegnato con Dio a rispettare il voto di castità. Il peso del peccato commesso si avverte man mano che entrambi si accorgono dell’impossibilità di recuperare le vesti. Uscire insieme allo scoperto in déshabillé sarebbe la fine della carriera ecclesiastica per il prete e l’inizio di una infamia per la donna. «La gente è cattiva», dice lei terrorizzata, pensando ai facili epiteti con cui ora verrà certamente definita. «Le nostre pulsioni sono destinate a rimanere tali», confessa lui, cercando conforto in un crocifisso impolverato che lo assolva.
L’autore sceglie la catastrofe di un crollo bellico per creare un confronto diretto e inderogabile tra un uomo e una donna colti in flagrante dalle loro stesse oneste coscienze. Verrebbe subito da pensare: come sono lontani quei tempi! Eppure la descrizione dei fatti (intimi e storici) e la coloritura dei caratteri dei due personaggi è ben definita. Anche la partitura recitativa di Gabriella Silvestri è accattivante ed equilibrata tra il comico imbarazzo creato dall’imprevisto e la drammatica angoscia delle possibili conseguenze. In lei si scorge la pena di una donna sola da troppo tempo; il desiderio di un corpo ancora vivo e smanioso; il rimorso di un tradimento, forse inverosimile, capitato nella casa del Signore, altrimenti il pensiero sarebbe corso a Rossano Brazzi, che era il bello di quel periodo; l’energica vitalità di volersi salvare a ogni costo: è lei, infatti, che cerca di convincere più volte il prete a chiamare aiuto. Il personaggio della sora Agnese è convincente perché l’attrice è perfettamente in parte, nonostante un pullover di troppo (il 19 luglio?) che non si capisce perché le sia rimasto addosso durante l’amplesso, se prima indossava soltanto una veste.
Meno convincente è il don Nicola di Matteo Vacca. Ma non voglio soffermarmi sulla riuscita del suo prete: più dell’interpretazione, il personaggio risente di un difetto di regia, tipico di quei registi che non possono vedersi dalla platea perché impegnati a recitare. Se Vacca si fosse visto, almeno una volta (ma purtroppo nemmeno i preti veri hanno il dono dell’ubiquità, figuriamoci quelli «teatralizzati»), si sarebbe accorto che, durante tutto lo spettacolo, i suoi movimenti sono totalmente privi di senso, ad eccezione di quando sparisce dietro le macerie per ritornare con oggetti che servono a rinvigorire il dialogo.
Foto: Matteo Vacca con Gabriella Silvestri (© ???)