«SEMINA UN PENSIERO E RACCOGLI UN’AZIONE»
Debutta con lo spettacolo Flora, la seconda edizione del Festival Ops!, rassegna di circo contemporaneo realizzata in collaborazione con lo Stabile di Innovazione Circense, che trova nel palcoscenico del Vascello un valido ausilio per la divulgazione del circo contemporaneo. La kermesse si terrà dal 2 al 7 gennaio prossimi all’Auditorium, Parco della Musica, ma il teatro di Monteverde, regno di Manuela Kustermann, ospiterà (dal 2 al 6) anche l’ultima performance del Circo El Grito, «Luz de luna». Vedere una platea festante di bambini, tra i 6 e 10 anni, a uno spettacolo serale è uno scenario insolito che riempie chiunque di buon umore, ma il sospetto di aver frainteso lo spirito dell’esibizione coglie impreparato più di un adulto e soprattutto il sottoscritto. Eppure non è così!
Flora, titolo il cui significato resta avvolto nel mistero, è una favola visionaria sul destino dell’uomo, ideata da Clio Gaudenzi, attrice e musicista che interpreta, in stile assai fiabesco, il personaggio di un antico eremita di nome Ermanno, insoddisfatto dalla vita terrena ma attento osservatore di altre percezioni e alla costante scoperta di un «pianeta che verrà» (e che probabilmente corrisponde al regno della felicità). Flora, in sintesi, è la visione onirica della ricerca della verità che è perfetta: il confronto tra il nostro quotidiano, rappresentato dal pubblico in platea, e l’ideale a cui aspiriamo, raffigurato dalla leggerezza delle evoluzioni di Giulia Arcangeli e Luis Paredes (il Duo Kaos), che volteggiando animano la favola di benevoli flussi impalpabili. Se il vecchio Ermanno, che vagando con il suo carrettino luminoso ricorda nell’immaginario filosofico l’antico Diogene, avverte l’uditorio di aver molto sofferto, avendo egli usato a lungo l’intelletto per cercar di comprendere la realtà che lo circonda, allora, per arrivare a restituire un corollario di quanto s’è visto, convien mettere da parte la logica e procedere per sensazioni.
Gli interventi canori della Gaudenzi, che quando si siede al pianoforte lascia il personaggio di Ermanno per diventare una guida emotiva in un universo sconosciuto, hanno la caratteristica della ripetitività del più famoso bolero: la pianista, infatti, suona e risuona una frase musicale che si potrebbe replicare all’infinito, esattamente come un disco che girando dà vita a un brano che potrebbe non finire mai. Allo stesso modo i due acrobati mostrano le loro coreografie su una pedana girevole, e grazie a un bilanciere centrale che ruota su se stesso, le orbite si moltiplicano anch’esse all’infinito in un spazio, però, ben definito. Anche i cerchi che segna una semplice ruota formano un perpetuo effetto «giroscopico» ma incatenato al fulcro della vita. E perfino la bicicletta, con le due anime in perenne perfetto equilibrio, percorre circonferenze sempre ancorate a una forza centripeta. Ogni oggetto è un pretesto che offre a Giulia e a Luis l’occasione di esibirsi in figure acrobatiche dolcissime e sensazionali che ricordano la danza in una costante ricerca artistica tra tradizione e sperimentazione.
Foto: Giulia Arcangeli e Luis Paredes del Duo Kaos (© ???)