STORIE DI API, PAPI E PERONI
Piacevolissima serata all’Off/Off di via Giulia in compagnia del principe Barberini che ha fatto gli onori di palcoscenico, coinvolgendo il folto pubblico con le sue cose di casa e di casato; cose aristocratiche e storiche, gentilizie e interessanti, anche meno gentili ma divertenti, bizzarre bazzecole e deliziose pinzillacchere scritte a quattro mani con l’amico Daniele Falleri che ne ha curato anche l’impostazione scenica. Urbano Riario Sforza Barberini Colonna di Sciarra, attore di professione, erede di nobilissima schiatta, un papa nel suo albero genealogico in linea diretta, altri tre sparsi per li rami, Balì di Gran Croce del Baliaggio di San Sebastiano, patron di tutte le api scolpite nelle pietre di Roma e della penisola, vuota il sacco e racconta le avversità di essere principe nel XXI secolo, gli imbarazzi giovanili per essere nipote di una nonna troppo invadente e le delusioni ricevute da una madre alquanto distratta.
Nell’ottobre scorso il principe presentò il suo libro (La bellezza del destino, Sperling & Kupfer, 2024) nel quale descrive con chiarezza e semplicità la storia della dinastia partendo dal Granducato nel 1569, quando al posto delle api c’erano tre grossi mosconi. Al tempo, infatti, i suoi avi si chiamavano Tafani e provenivano da Barberino Val d’Elsa. Loro erano Camilla e Antonio, mercanti di tessuti, laboriosi e determinati. Si stabilirono a Firenze con i tre figli e lì adottarono per cognome il nome del luogo di nascita. Ebbero fortuna negli affari, ma soprattutto intuito nell’affidare il secondogenito allo zio Francesco che fece studiare dai Gesuiti il piccolo Maffeo. Il quale, nel 1623, divenne papa Urbano VIII. E oggi Urbano, l’attore, ha un figlio di appena 6 anni che si chiama Maffeo. Scegliere il nome di battesimo in una famiglia aristocratica non è facile! Più semplice, certamente, saltare dal libro al palcoscenico. Daniele Falleri ha introdotto leggerezza, Urbano ha aggiunto la matrice ironica, e insieme hanno elaborato un prodotto allegro e pungente, sagace e brioso.
Gli argomenti non mancano, aneddoti ce ne sono a bizzeffe, e Barberini, con l’ausilio di testi scritti, sembra voler evitare la recitazione, favorendo la lettura «sporca» di un canovaccio per portare avanti un dialogo con il pubblico, come se parlasse agli amici in una rimessa di Palazzo Barberini, per non farsi ascoltare dagli antenati, per evitare che mamma Myrta – che non si è mai fatta chiamare mamma – gli impedisse sul nascere di spifferare gli inciuci di casa, soprattutto quelli che la riguardano (e non sono pochi). In effetti, la vera protagonista della serata, colei che ha avvinto gli spettatori con il suo fascino da prima donna e che ha naturalmente vinto sulla performance del figlio è stata proprio lei, la principessa che sembrava essere la grande assente (tanto che se n’è sentiva la mancanza), salvo poi riscattarsi in una fulminea apparizione finale. Tra le più belle ragazze dell’aristocrazia romana, fu coinvolta, complice anche la mamma, in uno scandalo che i rotocalchi dell’epoca battezzarono con il titolo «La notte dello spadone», durante la quale si ipotizzarono accuse assai pesanti. Naturalmente un’esagerazione montata per tutt’altri scopi.
Oltre alla difficile figura materna e a quella di nonna Nadia, che viaggiava con le bottiglie di birra Peroni nascoste in valigia, c’è anche spazio per lui, Urbano, con i ricordi delle sue timidezze di bambino, i suoi silenzi dell’epoca, gli imbarazzi di un tempo passato e la sua attuale e più spensierata ironica visione che si posa dolcemente sui fasti di un blasone antico per risollevarsi con un sorriso ormai sereno, in un concertato di battute e boutade irresistibili, perché sfacciatamente irresponsabili i caratteri delle donne che lo hanno cresciuto. Nella sua carrellata in ribalta, circondato da leggii, una cinepresa immaginaria ha filmato anche i momenti più importanti di una vita esterna alla famiglia, quelli che gli hanno permesso di camminare con le sue gambe: e allora è arrivato il rapimento dell’amica, lo shock sul set cinematografico, la magica esperienza con Marcello Mastroianni e una «storia d’amore con una donna molto più grande»: un incontro inatteso, un sodalizio profondo con Franca Valeri. Una seconda madre. Seconda?
Foto: Daniele Falleri e Urbano Barberini (© Fiorenzo Miccoli)