30 marzo 2024

«La Conventicola degli Ultramoderni» di Mirko Dettori (2°)



Musica e comicità, cabaret e burlesque
per chi la notte non ha voglia di dormire
Roma, 28 marzo 2024

MUSICA, COMICITÀ E BURLESQUE:
SIOR MIRKACCIO CHIUDE I GIOCHI ALL’ALBA

Alle tre di notte la voglia di divertirsi è ancora alle stelle alla Conventicola degli Ultramoderni: in sala si fa spazio all’allegria degli avventori, ai quali il Sior Mirkaccio, (come già scritto a giugno scorso) folti mustacci alla Bismarck e lucida «pelata» alla Yul Brynner, fino a quel momento ha sgretolato ogni indugio inibitorio. Con le dita che scivolano ancora leggere sulla tastiera del suo personale Benedetti Michelangeli, Mirko Dettori controlla, con lo sguardo e il sorriso del perfetto padrone di casa, la vivacità degli stakanovisti della notte. Ma se si è costretti a spostare qualche tavolino per consentire di dar libero sfogo a chi sente la necessità di ballare, la colpa è certamente di quel giovanotto che risponde al nome di Renato Carosone, il quale con il suo swing partenopeo e parte americano fu il primo vero ultramoderno italiano; se poi bisogna cedere il microfono a chi sente l’esigenza di dedicare una canzone la colpa allora ricade proprio su Mirko che, al pianoforte, le conosce tutte e non sbaglia una nota.

A ridosso delle Mura Labicane a San Lorenzo, l’associazione apre i battenti dal giovedì al sabato. È un luogo d’incontro di amici un po’ artisti e un po’ nottambuli. Mentre sta già annunciando la prima esibizione del burlesque, infatti, l’occhio allenato di Mirko scorge nella penombra della lunga sala, la fisionomia di qualcuno che riconosce: è il sassofonista Peppe Ricciardo, che disinteressato passa a bere un drink, ma Mirko ne approfitta (sa che lo può fare, naturalmente) e lo invita sul palco. Un attimo dopo, invece dello spogliarello c’è un sax che suona. E come suona! Con Ricciardo, Mirko Dettori ha da poco registrato una serie di 24 brani arguti e spiritosi, com’è nel suo stile ancora in cerca di editore (chi volesse farsi avanti!).

Peppe Ricciardo e Mirko Dettori

La squadra è la solita, la stessa che si esibisce al locale. C’è il tempo anche per la richiesta di Clara Simonoviez, cantante francese che solitamente si esibisce al Cotton Club, ma stavolta è in veste di invitata a una festicciola di compleanno e dedica La vie en rose all’amica che festeggia. Sono in tanti che vengono alla Conventicola a spegnere le candeline: un’abitudine che aiuta la convivialità generale. «Ma sì, certo, poi un assaggio di torta c’è un po’ per tutti, si simpatizza e i gruppi si allargano». È il modo migliore per iniziare: un brindisi, un Tanti auguri a te e la musica fa il resto.

Così nascono le serate agli Ultramoderni: si comincia con le ridotte per poi aumentare l’intensità solidale, canora e anche quella esibizionistica. È sempre lei, la regina del café chantant, Madame de Freitas, affascinante tra piume e paillettes a portare giovialità ed eleganza. La «Diva divina», lo sappiamo ormai bene, è la cantante ufficiale della Conventicola, ma anche la costumista per eccellenza. È lei che disegna e confeziona gli abiti. A notarli meglio, però, si scorge una certa saudade in alcuni costumi che sfilano sul palco: dall’assemblaggio delle stoffe agli accessori si spande un profumo di un lontano carnevale a cui Maria è certamente affezionata. Brasiliana di Blumenau, è arrivata in Italia giovanissima, e la sua terra le è rimasta nel sangue: dal modo di cantare e di come volteggia con le braccia sembra che riviva eternamente le nostalgie del sambodromo, ma è poi è pronta a intonare «Roma nun fa la stupida stasera, damme na mano a faje di’ de no». Sì, proprio «… de no», come impongono i tempi!

Madame de Freitas

Sul fondo del piccolo palcoscenico è sempre lì un elemento fisso che non sta mai fermo. È Alberto Botta, occhiali e cappello da aviatore d’epoca, o forse da vetusto motociclista. Con grande scioltezza s’è già lasciato qualche lustro alle spalle, ma quando siede dietro alle percussioni della batteria, quando prende le bacchette in mano, la sua giovinezza riacquista vigore dal ritmo e ritmo dona a tutta la platea. Il Sior Mirkaccio musicalmente è abituato a circondarsi di «pezzi» assai pregiati e Botta è il primo della lista. Con un curriculum di eccellente qualità, entra di diritto nella storia nazionale dei musicisti jazz. In scena il pianista gli offre le spalle: i due non si guardano mai negli occhi, eppure suonano sempre all’unisono, c’è un’intesa incredibile. Nessuno osa sovrapporsi all’altro. Alberto sente quand’è il suo momento e parte con un assolo crescente e incandescente. Quando raggiunge l’apice, scatta l’applauso – è sempre lui che lo dirige! – poi rientra nella melodia e passa la palla al direttore. Mirko e Alberto duettano, dialogano, improvvisano, palleggiano, e creano l’atmosfera per il divertimento, per le canzoni e per le esibizioni delle donnine. Un termine, oggi certamente inadeguato, che tuttavia ha fatto la leggenda dell’avanspettacolo.

Odette Chochotte e Rose Selavy, il sacro e profano del burlesque

L’attrazione della Conventicola – è bene ricordarlo – è soprattutto il burlesque, il lato satirico dello spogliarello. Ginevra Joyce, Rose Selavy, Tina Dindondan, Emilie Bonreve, Odette Chochotte, sono solo alcuni dei nomi delle star che si offrono per rinverdire le emozioni del cafè chantant parigino, del nostro avanspettacolo, quando la sfilata delle ballerine era ancora una esclusiva prelibatezza per occhi maschili. Oggi, per fortuna, non è più così. L’altra sera, in prima fila, ad applaudire le loro beniamine, erano quasi tutte ragazze, allieve della scuola di burlesque gestita da Damiana (Rose Selavy), dove insegna anche la pluripremiata Ginevra. I desabillé des femmes si alternano con eleganza e sempre guidati dal ritmo e dal rigore, anche se qualcuna, confusa dagli applausi ed emozionata dagli ululati degli astanti, dimentica gli slip sul palco, che Mirko raccoglie per prudenza, prima che possano diventar feticci: «Odette, hai dimenticato le mutandine!» e la rincorre nel camerino. È una buona occasione per sorridere insieme.

Non si fa a tempo a compiangere il povero Pinguino innamorato sparatosi per amore malgrado il frac, che il microfono passa a Ciccio Frisco, paglietta e abbigliamento a quadrigliè per l’occasione, il quale ripercorre alcuni brani tipici del primo varietà della sua Napoli: Armando Gill e il duo Pisano-Cioffi sono le sue fonti sicure a cui attingere per far rivivere le antiche macchiette del Salone Margherita. E quando ci si rilassa e finalmente pare che tutto sia andato bene, ecco arrivare dalle retrovie con passo militaresco, leggermente in sovrappeso, ancor prima delle vacanze pasquali, il temibile Colonnello Fernandez, sguardo fermo, espressione statica, il più moderno criminale della comicità, il nuovo mito dell’ovvio: «Qual è la città più dolce d’Italia? Crema», dice perentorio. Solo lui ha il coraggio di rispondere alle sue domande! Il pubblico talvolta è gentile, talvolta meno. Ma è tutto un gioco, fino all’alba. (fn)
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La Conventicola degli Ultramoderni del Sior Mirkaccio. Cabaret d’intrattenimento per chi la notte non voglia dormire: musica e comicità, cabaret e burlesque. Showman, Mirko Dettori (Sior Mirkaccio), accompagnato dal batterista Alberto Botta, la cantante Madame de Freitas, il cantante confidenziale Calomino, il criminale della comicità Colonello Fernandez, la macchietta Ciccio Frisco. Les femmes burlesque: Ginevra Joyce, Rose Selavy, Odette Chochotte, Tina Dindondan, Emilie Bonreve e altri artisti.
La Conventicola degli Ultramoderni, via di Porta Labicana, 32; prenotare al 340 799 6017. Aperto il giovedì, il venerdì e il sabato dalle 21.30. Musica dal vivo fino alle 5 del mattino. Ingresso riservato ai soci

© tutte le fotografie sono di Guido Laudani

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