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MUSICA, COMICITÀ E BURLESQUE:SIOR MIRKACCIO CHIUDE I GIOCHI ALL’ALBA
Alle tre di notte la voglia di divertirsi è ancora alle stelle alla Conventicola degli Ultramoderni: in sala si fa spazio all’allegria degli avventori, ai quali il Sior Mirkaccio, (come già scritto a giugno scorso) folti mustacci alla Bismarck e lucida «pelata» alla Yul Brynner, fino a quel momento ha sgretolato ogni indugio inibitorio. Con le dita che scivolano ancora leggere sulla tastiera del suo Lipp, pianoforte verticoda che pare abbia fatto parte della collezione di Arturo Benedetti Michelangeli, Mirko Dettori controlla, con lo sguardo e il sorriso del perfetto padrone di casa, la vivacità degli stakanovisti della notte. Ma se si è costretti a spostare qualche tavolino per consentire di dar libero sfogo a chi sente la necessità di ballare, la colpa è certamente di quel giovanotto che risponde al nome di Renato Carosone, il quale con il suo swing partenopeo e parte americano fu il primo vero ultramoderno italiano; se poi bisogna cedere il microfono a chi sente l’esigenza di dedicare una canzone la colpa allora ricade proprio su Mirko che, al pianoforte, le conosce tutte e non sbaglia una nota.