12 maggio 2024

«1 persona» di Matteo Pantani

Roma, Centro culturale Artemia
11 maggio 2024

UNA VENERE TRA GLI STRACCI

Qualche tempo fa, quando era da poco scoppiata la pandemia e ci dissero di restare segregati in casa, e chiusero i teatri sperando che mai più qualcuno li riaprisse, Matteo Pantani, sollecitato dal desiderio opposto, scrisse un breve atto d’amore per il teatro: un monologo assai conciso che trovò ispirazione in 1 persona a cui era affezionato, Elena Biagetti, giovanissima attrice, diplomata da un paio d’anni all’Accademia. «È tuo – disse Matteo a Elena – è il mio regalo per il tuo compleanno. Fanne quel che vuoi». «Lo voglio mettere in scena – disse lei dopo averlo letto – ma mi devi aiutare tu». I teatri riaprirono. Matteo ideò anche la regia. E lo spettacolo fu premiato al Festival nazionale dei corti teatrali.

Al centro culturale Artemia di Paola Canepa, 1 persona ha debuttato nella versione più lunga, più completa, più esaustiva. Ora io non so quali siano le differenze, ché non conosco il corto originale, ma, ieri sera, avrei volentieri gustato altri dieci minuti di spettacolo per il piacere di scoprire il fascino delle affinità tra il testo e il palcoscenico. L’interprete brava e simpatica, il copione ingegnosamente poetico: lo spettatore ne resta imbrigliato sin dal prologo, svelto e spiritoso, che si svolge al lume di una pila. Elena è vestita di bianco, semplicemente, da se stessa: in scena è un’attrice in cerca di un equilibrio artistico che sembra voglia rintracciare tra la «filosofia» di Lady Gaga e le gag di Anna Marchesini. Sì, certo: un equilibrio molto precario, ma con un suo fine!

Per fortuna alle sue spalle c’è una montagna di stracci, una miseria colorata a festa, e lei, inconsapevolmente, s’immedesima nella Venere di Pistoletto, una Venere che si dibatte sempre tra bellezza e povertà, tra artifizio e semplicità, tra serio e faceto, un po’ come il suo autore, che ha un nome altisonante e un cognome un po’ fantozziano. Quella Venere che guarda insistentemente gli stracci e da essi ne è attratta; che quest’estate, in una piazza di Napoli dov’era esposta una copia, prese fuoco all’improvviso all’alba. 

Ma i fatti di cronaca qui non c’entrano, qui c’è soltanto impalpabile materia artistica. In proscenio, però, c’è un’attrice che parla con il regista, vorrebbe da lui un sostegno, vorrebbe spiegazioni, sta facendo teatro e occorrono indicazioni più precise, ma c’è poco da spiegare, e fino a un certo punto ci sarebbe anche poco da capire. Tuttavia, a un tratto, accade che gli stracci si ribaltano, i colori spariscono, spunta un tavolino con uno specchio, tutto diventa candido, e pare finalmente di osservare un’attrice in camerino che si prepara alla toletta: cerca un personaggio, potrebbe essere Medea, o la luna che s’imbelletta rubando la luce del sole. E anche se prima era ricoperta di stracci, la Venere più bella è proprio lei: il teatro. (fn)
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1 persona, scritto e diretto da Matteo Pantani. Con Elena Biagetti. Centro culturale Artemia, via Amilcare Cucchini 36 (Portuense), domenica 12 (ore 18.00), lunedì 13 (21.00)

Foto: Elena Biagetti (© ???)

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