A DOMANDA RISPONDE UN SILENZIO
Il meglio di sé Drusilla Foer lo offre agli applausi finali, quando ferma il tripudio del pubblico della prima per ringraziare a voce i suoi collaboratori. Allora vien fuori subito il suo animo schietto e sincero: la sua naturale generosità, la sua verve da showgirl giocosa e affascinante, la sua intelligente ironia e la sua amabile simpatia. Virtù innate e dirompenti della diva transgender, che non aspettavano altro di essere liberate dalle maglie di un copione che, per più di un’ora, l’ha costretta ad essere quella che non è. Malgrado sia stata proprio lei, insieme a Giancarlo Marinelli, ad aver scritto il testo, ispirato alla favola di Apuleio «Amore e Psiche», la Venere che ha creato con le sue stesse mani, diventa la prima nemica.
Bastano poche battute al personaggio della dea per ingabbiare il personaggio Drusilla che invece ha bisogno di sentirsi libero da qualunque vincolo per esibire la propria personalità disinibita ed elegante, sfacciata e virtuosa. Il fascino di Drusilla s’annida in questi ossimori capaci di mettere in contrasto alcune virtù del passato con le irriverenze di oggi. La Venere che interpreta, invece, vive nella sua immortalità, senza tempo, e senza opporre contrasti: è un personaggio a sé, e comunque lo si voglia affrontare, bisogna tener presente che fa parte del mito. E il mito, anche se ne fai una parodia, ti schiaccia in un attimo.
Venere nemica è chiaramente uno spettacolo che punta sulla risonanza dell’interprete protagonista, che però non regge il peso di ottanta minuti di finzione, anche a causa di una recitazione straziata dall’ingratitudine di un uso temerario dei microfoni. C’è un momento in cui una voce maschile registrata dovrebbe destare sorpresa, ma mescolandosi nell’amplificazione con le altre voci perde totalmente d’effetto. In scena con Drusilla Foer c’è Elena Talenti, nomen omen, molto brava soprattutto nel canto e nel controcanto, a sostegno delle doti canore della diva che si esibisce in due famosi brani: Bye bye, baby, in cui si intravede la Venere della bellezza a stelle e strisce, e Nature boy, un testo che Drusilla ha cantato con particolare trasporto ed emozione, uscendo completamente dal personaggio della dea: «There was a boy / A very strange enchanted boy…». C’era un ragazzo, un ragazzo incantato molto strano…
Foto: Elena Talenti e Drusilla Foer (© ???)