JOE BLACK, BRACCATO ANCHE DAI PROPRI FANTASMI
L’opera di Giampiero Rappa viene pubblicizzata al pubblico come «una commedia divertente e surreale che sfida l’incubo della vita reale». A parte un breve prologo, assai arguto e ironico, sull’importanza del mondo onirico, proposto da due operatori del sindacato dei sogni, i quali giustamente fanno notare quanto lavoro non retribuito ci sia nel distribuire e controllare i sogni di tutti, e che si tratta quasi sempre di lavoro notturno, a parte questo breve prologo, certamente «divertente e surreale», L’uomo dei sogni rispecchia fedelmente il dramma di un’immensa moltitudine di individui del nostro tempo. I temi affrontati sono precisi e scanditi con pacata severità: solitudine, depressione, egoismo, paura di affrontare la realtà, terrore di relazionarsi col prossimo, difficoltà di guardare serenamente il proprio passato e impossibilità di programmare un futuro, e – ciliegina sulla torta – una forte propensione all’incomunicabilità, perfino con i figli. Insomma, ce n’è per tutti. E non sono argomenti da ridere, tutt’altro!